Guerra in Israele

Gli Usa blindano il Medio Oriente: "Pronta una seconda portaerei"

Washington ha deciso di rafforzare la sua presenza militare in Medio Oriente, sia aerea che navale. Gli equilibri regionali sono in rapido cambiamento, e dal presidente turco piovono accuse contro gli Usa

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Mentre la portaerei americana Uss Gerald Ford entra nel Mediterraneo orientale insieme al suo gruppo d'attacco, il Wall Street Journal segnala che sue fonti militari ritengono che Washington sia pronta a inviare una seconda portaerei. L'informazione non è stata ancora confermata dal Pentagono, ma indicherebbe un ulteriore segnale non solo di vicinanza degli Usa a Israele, ma anche dell'importanza strategica che ha il conflitto in corso con Hamas per tutti gli equilibri regionali.

A far comprendere la portata della decisione statunitense sono giunte anche le dichiarazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che, come riporta l'agenzia Anadolu, in conferenza stampa con il cancelliere austriaco Karl Nehammer si è domandato: "Che cosa ci fa in Israele una portaerei americana? Cosa verrà a fare? Comincerà a compiere gravi massacri da quelle parti, colpendo e distruggendo Gaza e i suoi dintorni". Un atto di accusa particolarmente rilevante se si pensa che Erdogan, oltre a essere leader di una nazione a maggioranza musulmana e oltre ad avere sempre avuto un occhio di riguardo per Gaza, è anche a tutti gli effetti il leader di un Paese membro dell'Alleanza atlantica. E le frasi di Erdogan sulle basi Usa in Siria e sulle mosse americani in Medio Oriente sono state ancora più nette.

Il messaggio che giunge da Ankara è quindi chiaro e conferma come la questione portaerei sia tutt'altro che secondaria nello scacchiere regionale. E del resto, il Pentagono ha confermato il supporto militare in favore di Israele sta "aumentando drasticamente" e che resta in "continuo contatto con la controparte in Israele per determinare e quindi rispondere alle loro richieste più urgenti". Oltre alle forniture di armi, l'arrivo del gruppo d'attacco della portaerei Ford, l'eventuale arrivo di una seconda nave della stessa tipologia e l'aumento della presenza degli F-35, degli F-15, degli F-16 e degli A-10 certificherebbero un significativo rafforzamento delle forze armate Usa in Medio Oriente.

L'obiettivo è sostenere gli alleati a "garantire la stabilità", spiegano dalla Difesa Usa.

Tuttavia, lo schieramento di questo numero di unità navali e aeree - in aumento già da mesi - suggerisce anche l'intenzione di Washington nel ribadire la propria presenza militare in un'area in cui resta sempre attivo il principale nemico regionale: l'Iran.

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