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Nuovi MacBook Pro: cosa cambia rispetto ai precedenti? Ecco le novità Apple

Con la nuova linea di MacBook Pro dotati di chip M3, Apple entra di diritto in segmenti di mercato in cui ha destato finora poco interesse. I nuovi MacBook Pro segnano un punto di rottura con il passato e puntano dritto verso prestazioni di altissimo livello

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Il 30 ottobre Apple ha presentato la nuova linea di MacBook Pro, tanto attesa da avere alimentato per mesi voci di corridoio che, tra l’altro, si sono rivelate per lo più vicine alla realtà.

Ciò che smarca i nuovi MacBook Pro dai precedenti è la famiglia di chip M3 che, insieme alle altre specifiche tecniche, proiettano Apple nell’Olimpo dei computer facendola entrare in segmenti relativamente battuti come, per esempio, quelli del gaming, della ricerca e delle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) oltre ad aumentare la produttività di chi già usa le macchine con la Mela e si occupa di editing, rendering 3D e graphic design.

Le differenze rispetto ai modelli precedenti non si fermano né ai chip né alla quantità di Ram che questi possono gestire.

I monitor dei nuovi MacBook Pro

I nuovi MacBook Pro hanno un display da 14,2 pollici, quasi uno in più rispetto ai 13,3” dei modelli con a bordo chip M2. La differenza sostanziale però risiede nella tecnologia Liquid Retina XDR e il supporto HDR.

La tecnologia ProMotion che si trova sui nuovi MacBook Pro è stata introdotta da Apple nel 2017 e, attualmente, permette un refresh rate a 120 Hz ovvero, il display si aggiorna 120 volte al secondo, una volta ogni 8,33 millisecondi e questo coincide con immagini più fluide.

La famiglia di chip M3

Una famiglia costituita da 3 diversi chip chiamati, rispettivamente, M3, M3 Pro e M3 Max.

L’architettura dei chip prevede dei performance core e degli efficiency core. I primi sono deputati alle prestazioni, i secondi all’efficienza energetica.

I performance core della famiglia di chip M3 sono più veloci del 30% rispetto a quelli dei chip M1 e consumano la metà, con beneficio anche sulla batteria. Non si tratta semplicemente di contare i core di un chip ma, a fare la differenza, è la potenza di calcolo che questi possono erogare.

Per la prima volta i MacBook Pro sono dotati di ray tracing con accelerazione hardware che consente immagini più realistiche durante il gaming e, soprattutto, rendering fino a 2,5 volte più veloci rispetto ai modelli procedenti.

Il Media engine dei nuovi MacBook Pro

Il Media engine gestisce le operazioni multimediali come, per esempio, lo streaming video. È da considerarsi fondamentale sul mercato dei computer perché è complice delle prestazioni di una macchina, soprattutto in un’epoca devota allo streaming e al gaming, attività che richiedono l’impiego di ingenti risorse hardware e software.

Per quanto possa sembrare non basilare, il Media engine consente di sfruttare al massimo le capacità multimediali i un computer.

Sui nuovi MacBook Pro è stato previsto il codec AV1, ossia uno standard open source che favorisce la codifica e la decodifica digitale. Nello specifico migliora l’efficienza nella fruizione di video.

Le altre differenze

Peso e dimensioni sono leggermente cambiate. Mentre i MacBook Pro M2 pesano 1,4 chilogrammi, i nuovi MacBook Pro raggiungono 1,55 chili.

L’altezza è di 1,55 centimetri (contro 1,56 centimetri dei precedenti), la larghezza aumenta sensibilmente a 31,26 centimetri (contro i 30,41 centimetri dei precedenti).

Apple ha introdotto nuovamente il colore nero siderale che spezza un po’ la monotonia del grigio siderale, diventato quasi il colore di riferimento delle macchine con la Mela.

La connettività è migliorata con il Wifi 6E e il protocollo Bluetooth 5.3 e, per quanto riguarda lo spazio di archiviazione, è stato eliminato il taglio minimo da 256 GB in favore di quello da 512 GB.

La fotocamera FaceTime è da 1080p contro la definizione da 720p dei modelli precedenti e, parallelamente, i nuovi MacBook Pro sono dotati di sei altoparlanti ad alta fedeltà.

Queste specifiche si trovano anche sui modelli da 16 pollici la cui reale differenza è, ovviamente, nelle dimensioni.

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