Cultura e Spettacoli

I salotti della tv sono diventati dei confessionali

Alla faccia di Freud e Musatti, delle regole del setting, dei quarantacinque minuti liberatori, del divano di Le Corbusier e del «pensiero disteso». Oggi per confessarsi tocca star seduti, anche scomodi, davanti a una telecamera. L’ultimo luogo d’elezione per l’autocoscienza è il salotto tv. È lì che i grumi d’ansia che premono sul petto, il ricordo intrappolato nell’oblio, il segreto inconfessabile si sciolgono a favore di inquadratura. È lì che certi personaggi che non hanno mai voluto parlare di una certa cosa, decidono improvvisamente di farlo. Davanti a milioni di telespettatori e a un conduttore capace di «metterli al caldo». Non si sa quale sia l’alchimia, a chi vadano i meriti (ai presentatori suadenti, agli scenografi, al pubblico in studio, a chi sceglie le sedie...) e a chi le colpe, posto che ce ne siano. Sta di fatto che, sempre più spesso, la gente rimane in onda senza veli emotivi.
L’ultima rivelazione, in ordine di tempo, è stata quella di Nancy Brilli da Victoria Cabello a Victor Victoria. «In passato, a causa della gelosia, ho fatto parecchi danni» ha iniziato a spiegare l’attrice. Poi un po’ di più: «Ho perfino rotto una gamba a un mio ex, gli ho tirato un calcio ed è caduto a terra». E infine la confessione: il suo ex era Ivano Fossati. E la Cabello gliel’ha fatto dire. (Ultimamente Nancy sta diventando un’habitué dell’outing, al settimanale «Gente» ha appena confidato che da piccola suo padre le faceva tagliare i capelli a forza e lei, da allora, porta la parrucca). Sempre alla prodige, non più enfant, di La7, qualche mese prima, era stato Matteo Marzotto a confidare un aspetto sconosciuto della sua trascorsa relazione sentimentale con la Venere Nera. Ai tempi in cui Marzotto era fidanzato con Naomi Campbell, era anche presidente di Valentino Spa e la modella si presentava in negozio scegliendo i capi più cari. «Una volta mi chiamò perché voleva una pelliccia di zibellino. Gliel’ho fatta mandare a casa, ma poi ho iniziato a negoziare» ha spiegato Marzotto: «Le dicevo la usi una volta sola, poi me la ridai... Il problema è che Naomi mi picchiava, botte da orbi».
Straordinarie doti da confessore anche per Lamberto Sposini. Sarà la voce bollente, l’abito grigio che dà tanto senso di «norma», l’autorevolezza guadagnata in anni al Tg5, fatto sta che è alla sua Vita in diretta che Irene Pivetti ha annunciato la separazione dal marito, Alberto Brambilla, e che Lino Banfi ha fatto il tragico annuncio del cancro della figlia Rosanna. Toni pacati, lacrime trattenute, rivelazioni shock. La Pivetti per mettere a tacere i maligni: «È mio marito a volere il divorzio, io avrei fatto di tutto per evitarlo e, nella fede, mi sentirò sposata per tutta la vita». Banfi per aiutare le donne a comprendere l’importanza della prevenzione: «Rosanna è una donna giovane e forte, che amo moltissimo. Si è operata due volte e sta facendo la chemioterapia».
Barbara D’Urso ha simbolicamente steso sul lettino della sua Domenica Cinque Francesco Rutelli. È stato l’ex sindaco di Roma a complimentarsi con la conduttrice per avergli delicatamente «estorto» particolari mai rivelati sulla sua infanzia, la malattia della madre, l’incontro con Barbara Palombelli - «fu lei a baciarmi per prima e andammo a vivere insieme una settimana dopo esserci conosciuti» -, il fatto di averla chiesta in moglie per ben tre volte: in comune, in chiesa e a Las Vegas (lei ha rifiutato solo l’ultima). A Barbara il colpaccio è riuscito anche ieri con lo schivo Alex Britti: «La mia storia con Luisa Corna? Fu merito di Zucchero e di uno spettacolo di beneficenza a casa sua».
Brigitte Nielsen ha scelto invece Silvia Toffanin e il suo Verissimo per raccontare di aver tentato il suicidio imbottendosi di barbiturici. «Mi ero lasciata andare, ero depressa e sola, bevevo moltissimo e stavo vivendo un matrimonio terribile».

Mentre è stato nel surreale «studio psicanalitico» del Chiambretti Night che il marito di Moana Pozzi, Antonio Di Cesco, ha confessato a Pierino: «Io ce l’ho messa tutta per far morire Moana, per questo sarò processato in quanto indagato per omicidio. Anche se secondo alcuni medici il mio gesto non è stato sufficiente». Poi sarebbe il cinema di Woody Allen quello perennemente disteso sul divano.

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