“Un attacco terroristico all’Iran”. Il delirio di Fratoianni contro Israele

Dal palco, il leader di Avs si è scagliato contro lo Stato Ebraico per l'attacco all'Iran: "Siamo davanti a un mondo in fiamme"

“Un attacco terroristico all’Iran”. Il delirio di Fratoianni contro Israele
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Nicola Fratoianni è stato ospite di Repubblica delle Idee in piazza Maggiore a Bologna. Dal palco ha affrontato l'attualità più stretta, che comprende anche la recente escalation tra Israele e l'Iran. Lo Stato ebraico ha sferrato il suo attacco contro gli obiettivi nucleari della Repubblica islamica ma per l'esponente di Avs è stato un attacco "unilaterale e terroristico di Israele all'Iran. Non c'entra nulla il mio giudizio sulla teocrazia iraniana. Non c'è niente che non dico mi avvicini, ma neanche mi metta lontanamente in contatto con quel regime".

Ma, perché c'è sempre un "ma" in questi casi, "vi pare possibile che uno Stato si sveglia la mattina e comincia a bombardarmi un altro che doveva il domani riprendere il round dei negoziati sul nucleare. Domani. Scatena una guerra fuori da ogni norma del diritto internazionale. Il nostro governo cominci da una parola. 'Condanniamo l'attacco unilaterale all'Iran. Si fermi l'escalation'". Pre Fratoianni "ci vuole una parola chiara perché se il diritto internazionale può essere calpestato, travolto, messo sotto le scarpe ogni giorno da chi esercita la legge del più forte, allora il mondo è un mondo destinato alla tragedia. Se la legge del più forte è l'unica legge, allora non c'è più un riparo per nessuno".

Per l'occasione, il rappresentante dell'Alleanza Verdi Sinistra non ha perso tempo e ha parlato anche di Gaza, chiedendo "che ci sia una reazione, una iniziativa efficace da parte del nostro governo. Mi accontenterei che ci fosse una iniziativa sul disastro di Gaza. Sono più di 600 giorni che a Gaza va avanti uno sterminio. Io dico un genocidio. Sono più di 600 giorni che ci sono due milioni di palestinesi che hanno una sola colpa: essere palestinesi di Gaza, chiusi in una prigione a cielo aperto". L'esponente ha colto lo spunto commentando la marca "Save Gaza" di Marzabotto: "Hanno raso al suolo il 75% delle infrastrutture civili. Parliamo di scuole, università, acquedotti, chiese, non c'è più niente a Gaza. Li stanno ammazzando uno dopo l'altro e poi hanno usato la fame, la sete come arma di guerra.

In 600 giorni il nostro governo non è riuscito a dire mai una parola in più che non fosse, chiediamo moderazione al governo israeliano: se volete fare qualcosa che assomiglia ad un'azione incisiva, riconoscete lo Stato palestinese, chiedete sanzioni contro il governo di Israele. Fate pesare il fatto di essere un grande Paese del G7".

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