Il 27 febbraio 2023 Elly Schlein vinceva in maniera del tutto inaspettata le primarie del Partito democratico. Puntuale era arrivata l'onda dei facili entusiasmi, cavalcata da quegli esponenti del mondo rosso convinti che la sua elezioni avrebbe rilanciato le sorti del Pd invertendo la fase di declino e di irrilevanza. A distanza di sette mesi la situazione non coincide con quei toni trionfanti. Le sconfitte alle amministrative, le battaglie poco convincenti, una linea politica non chiara, la comunicazione poco efficace. Le critiche sono naturali e ovvie. Ma ci ha pensato Pier Luigi Bersani a immolarsi a difesa del neo-leader del Nazareno.
I malumori nel Pd
Con il passare delle settimane si intensificano i malumori nel Partito democratico. A finire nel mirino è proprio Schlein, accusata di non riuscire a imporre quel cambiamento tanto ostentato. Un asse sbilanciato del tutto a sinistra continua a irritare l'area dei rifomisti e dei cattolici, che invece gradirebbero maggiore considerazione. E di certo non aiutano gli ultimi sondaggi che vedono il Pd sotto il 20%: se non si riuscisse quantomeno a raggiungere la soglia psicologica alle elezioni europee allora dalla sera stessa, subito dopo la chiusura delle urne, Elly potrebbe essere costretta a lasciare spazio all'ennesimo nuovo segretario.
Bersani difende Schlein
Bersani, intervistato da La Repubblica, ha fatto un giro largo prima di sfoderare lo scudo a protezione di Schlein: ha affermato che in Italia c'è un salto generazionale sul piano culturale, politico e di linguaggio che non può essere ignorato. Pertanto ha invitato quelli della sua generazione e limitrofe (dai politici ai giornalisti passando per i commentatori) a cambiare le lenti agli occhiali a sceglierle almeno bifocali. Da qui la stoccata: "Se guardassero Schlein dal basso invece che dall'alto vedrebbero che le perplessità di una parte delle nostre generazioni sono la speranza di una parte delle nuove".
Bersani ha fatto giungere in tempo zero una serie di consigli per scongiurare la fuga di una fetta di sinistra: a suo giudizio bisogna prestare attenzione alle "manovrette" di un certo establishment. In particolar modo se l'è presa con "un pezzo di sistema" che a suo giudizio starebbe trattando il neo-segretario del Partito democratico "come una macchietta". Ma non ha fatto mancare cauto ottimisto: dal suo punto di vista Schlein ha capito che è arrivato il tempo da una parte di riconnettere il Pd "al suo mondo reale e potenziale, rispetto al quale c’è stato uno scisma profondo", e dall'altra di costruire un campo dell'alternativa tenendo aperto il partito.
Lo spot per il campo largo
Gli elogi non sono finiti. Bersani ha fatto sapere di aver apprezzato l'atteggiamento portato avanti in questi mesi da Schlein: nello specifico ha bollato in maniera positiva il fatto che non si lasci provocare da punzecchiature e polemiche, mantenendo un profilo unitario (anche se in realtà la minoranza interna è sempre più in subbuglio). "Bene, deve tirare dritto", è stato l'appello dell'ex governatore dell'Emilia-Romagna.
Poteva mai mancare l'ennesimo spot a favore del campo largo? Ovviamente no. Mettersi insieme e far confluire i partiti rossi sotto lo stesso cappello viene vista addirittura come un'urgenza non più procrastinabile. All'orizzonte ci sono non solo le elezioni europee ma anche quelle regionali e amministrative. Ecco perché Bersani ha chiesto di accelerare per blindare chissà quale intesa: "Bisogna assolutamente mettersi d'accordo. Secondo me siamo in ritardo".
E vai con altri suggerimenti: ha spinto affinché tutti vogliano arrivare a questo obiettivo, ha invitato a partire da quello che unisce in maniera maggiore, ha sollecitato a lavorare per rendere compatibile quel che differenzia. Negli ultimi giorni tra Schlein e Giuseppe Conte gli animi si sono surriscaldati sul tema immigrazione. "Conte continua a smarcarsi? Spero siano solo tatticismi", è stato l'auspicio di Bersani. Che in conclusione ha sentenziato: "Sono convinto che tra Pd, 5S e Avs una quadra si trova".
E, chissà, magari coinvolgendo pure Azione di Carlo Calenda. Ricette vecchie, ricette fallimentari, ricette vane. Il Pd cambia continuamente segretario ma non è in grado di rilanciarsi. Certo, se a fare da consigliere è Bersani...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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