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Il Camaleonte

Giorgio Napolitano è morto, aveva 98 anni vissuti prima al servizio del comunismo più feroce, poi della sinistra sua erede

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Giorgio Napolitano è morto, aveva 98 anni vissuti prima al servizio del comunismo più feroce, poi della sinistra sua erede. Sì, Giorgio Napolitano, parlandone da vivo, è stato un militante a volte senza scrupoli, come quando inneggiò all'invasione russa dell'Ungheria e sottoscrisse la condanna a morte del suo presidente Imre Nagy, cosa che non gli impedì quasi cinquant'anni dopo di diventare Presidente della Repubblica italiana. Perché ai comunisti tutto si perdona, compreso di essere stati per anni al soldo di una potenza straniera, l'Unione Sovietica, che aveva puntato i suoi missili a testata nucleare contro l'Italia.

Da quella compagnia che aveva le mani sporche di sangue innocente, Napolitano si sfilò in tempo per diventare atlantista, non prima di avere partecipato alla messa al rogo dello scrittore dissidente premio Nobel Aleksandr Solzenicyn, che Mosca aveva internato in un gulag in Siberia. Da buon camaleonte, arriva nel 2006 al Quirinale, primo presidente proveniente dal Pci, ripescato dall'oblio di parlamentare europeo dove lo aveva relegato il partito e dove lo si ricorda soprattutto per rimborsi di biglietti aerei non dovuti.

Ecco, questa, in sintesi, è la biografia che non leggerete praticamente da nessuna parte del presidente emerito. Come non leggerete la storia della seconda vita di Napolitano, «sincero democratico» sì, ma regista delle trame che hanno portato alla caduta dell'ultimo governo Berlusconi prima, alla sua discutibile e anomala condanna poi e, infine, alla conseguente cacciata dal Senato del Cavaliere, grazie a una legge applicata in modo retroattivo.

Di tutto questo c'è ampia letteratura, molti testimoni oculari sono ancora vivi e hanno già rivelato come fu proprio Napolitano a incoraggiare e sostenere sia l'accerchiamento giudiziario (nelle sue memorie Luca Palamara ne parla diffusamente) sia il progetto scissionista di Gianfranco Fini, primo passo del piano di ribaltone a favore del governo Monti, una manovra che ha fatto parlare, forse con eccessiva enfasi ma non con infondatezza, di «golpe del Quirinale».

Insomma, è morto un comunista che ha saputo farsi camaleonte e usare la democrazia a suo piacimento per fini politici di parte. Dopo Oscar Luigi Scalfaro (se non alla pari), penso che Napolitano sia stato il peggior presidente della Repubblica.

Ci inchiniamo di fronte alla sua morte, non di fronte alla sua vita.

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