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"Cannabis libera anche in Italia". Schlein torna alla carica

Dopo l'ok della Germania alla legalizzazione della cannabis, la leader Pd auspica una soluzione simile anche in Italia. E pure Grillo si accoda. Intanto i medici continuano a esprimere preoccupazioni sul rischio dipendenze

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Elly Schlein è in piena campagna elettorale. Impegnata a raccattare consensi e possibili alleanze. Lo si capisce dalla puntualità con cui ha sfoderato uno dei temi più cari all'ultrasinistra e ai radicali: la legalizzazione delle droghe leggere. Dopo il recentissimo sì del Parlamento tedesco alla liberalizzazione controllata della cannabis, la deputata dem si è presentata alla convention di Più Europa strizzando l'occhio alla platea progressista. "Battiamoci per il matrmonio egualitario, che è una cosa giusta. Battiamoci per la legalizzazione della cannabis che ieri è stata approvata anche in Germania", ha affermato.

Consapevole di compiacere quel pubblico, Elly non ha esitato a fare un po' di propaganda spicciola. Sì, perché la sinistra da decenni insiste sulla legalizzazione della cannabis come se fosse una priorità per l'Italia, fregandosene della massima cautela suggerita invece dai medici in riferimento ai rischi per la salute. Nelle scorse ore il Bundestag, la Camera bassa del Parlamento tedesco, aveva votato a favore del rilascio controllato della cannabis in Germania. Il possesso e la coltivazione della droga dovrebbero diventare legali per gli adulti soggetti a requisiti, a partire dal primo aprile. Galvanizzata da quanto accaduto a Berlino, Schlein ha subito colto la palla al balzo per auspicare un'analoga soluzione in Italia.

Inutile annotare che quello della leader Pd sia stato un tentativo di captatio benevolentiae piuttosto fine a se stesso e facilmente rintracciabile. Al momento, infatti, in Italia governa saldamente una maggioranza di centrodestra che sull'argomento esprime un'esplicita contrarietà. Peraltro, lo spot alla canna libera non sembra destinato a suscitare un consenso unanime nemmeno a sinistra. Persino in Germania, dove la norma è passata, il testo è stato motivo di divisioni all'interno del governo tripartito. I socialdemocratici dell'Spd hanno mostrato resistenza, mentre i Verdi e i liberali dell'Fdp si sono mostrati piuttosto favorevoli. La riforma è stata anche ampiamente criticata, in particolare dalle associazioni mediche e dalla magistratura.

Anche in Italia il via libera tedesco alla cannabis, calmierato da diversi paletti, non ha convinto i dottori. "Per noi medici, come del resto per i colleghi tedeschi, non è auspicabile l'utilizzo della cannabis al di fuori delle indicazioni terapeutiche, a scopo antalgico. È indubbio che il consumo può creare una serie di problemi e di dipendenze, seppure limitate rispetto ad altre sostanze, che sono anch'esse forme di malattia. I medici ovviamente hanno una preoccupazione in questo senso", ha affermato all'Adnkronos Salute il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici italiani) Filippo Anelli.

Mentre gli italiani sono preoccupati per tutt'altro, ecco le grandi priorità della leader Pd: cannabis libera e matrimonio egualitario. Per la cronaca, la liberalizzazione della canna è piaciuta moltissimo anche a Beppe Grillo, che sui social ha commentato: "l parlamento tedesco ha approvato la legalizzazione della cannabis e la sua coltivazione ad uso ricreativo.

E noi stiamo a guardare".

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