
Una riscossa popolare dalle spiagge della Sardegna. Possiamo riassumere così l'incredibile appello al voto di Ilaria Salis comparso poche ore fa sui suoi profili social. Schierata da Avs per promuovere i referendum dell'8 e 9 giugno, l'europarlamentare lombarda ha deciso di pubblicare una sua foto in costume nel mare di Cala Sinzias, nelle acque cristalline del Sarrabus. Ma la reazione del popolo del web non è stata esattamente quella che l'ex maestra lombarda si aspettava.
Andiamo per gradi. La Salis oggi ha fatto tappa nella sua Sardegna - il padre è nato nell'isola - prima per visitare il Cpr di Macomer (definito "una prigione etnica") e poi per promuovere il suo libro "Vipera" a Cagliari. La politica si è dunque concessa qualche ora di svago al mare: lecito, assolutamente lecito. Ma sponsorizzare i referendum con una immagine vacanziera non è stata una scelta felicissima. Anzi.
"Che figata andare al mare, soprattutto nelle splendide spiagge libere della Sardegna" l'esordio della Salis accanto alla sua foto in costume: "Ma mi raccomando: tra una settimana, l’8 e il 9 giugno, tutte e tutti a votare al referendum. È un appuntamento importante: contro il precariato, per la cittadinanza, per dare un segnale di riscossa popolare". Contro il precariato dalle acque cristalline, che meraviglia. Ed ecco lo slogan finale: "Prima il voto, poi al mare, o in montagna, o dove preferite. Dai che se vinciamo, ce la godiamo ancora di più".
Il post è stato preso d'assalto dai critici.
Non sono mancati gli attacchi personali - assolutamente da condannare - ma c'è anche chi ha ironizzato sulle spiagge libere, ricordando le battaglie della Salis per le occupazioni: "Ecco visto che sono libere non le occupare". Gioco, partita, incontro.