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Def, il Parlamento dà il via libera. Foti chiede scusa. E Giorgetti: "Avanti come previsto"

Dall'Aula di Montecitorio e di Palazzo Madama è arrivato il sì alla nuova relazione di maggioranza, dopo la bocciatura di ieri per sei voti. Scintille dopo un intervento di Foti (FdI) contro la Serracchiani

Def, il Parlamento dà il via libera. Foti chiede scusa. E Giorgetti: "Avanti come previsto"

La Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica hanno dato il via libera alla risoluzione della maggioranza sul Def, il Documento di economia e finanza, del 2023. I voti favorevoli a Montecitorio sono stati 221, mentre quello contrari si sono fermati a 115. L'ok è arrivato anche alla nuova relazione dei partiti che sostengono il governo Meloni sullo scostamento del pareggio di bilancio - per 3,4 miliardi di euro - con 221 sì e 116 no. A Palazzo Madama sono stati invece 112 Sì e 57 No (112 a 56 sulla risoluzione di maggioranza). Il tutto è avvenuto dopo che nelle scorse ore era stato approvato il Def dal Consiglio dei Ministri a seguito della bocciatura da parte della Camera nei confronti della risoluzione sullo scostamento di bilancio (la maggioranza assoluta dei voti al testo era mancata per sei voti).

Si scaldano gli animi alla Camera

Nella giornata odierna non sono mancate tensioni politiche all'interno di Montecitorio, nonostante il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, avesse chiesto "scusa agli italiani e al presidente del Consiglio per quanto accaduto ieri". Scuse sottolineate anche dagli applausi dai banchi dell'opposizione. All'inizio della sua dichiarazione di voto in Aula alla Camera, Foti ha anche aggiunto: "Questo deve essere chiaro a tutti e questo episodio lo ha ribadito. In questo caso non c'era nemmeno la questione di essere battuti, perché i voti favorevoli erano 195, e visto in questo caso il voto particolare il quorum era 201. Francamente aver fatto una scivolata di questo tipo su un argomento per noi molto importante ha poca giustificazione. È una lezione per stringere i bulloni da parte di tutti. Peraltro, quello di Fratelli d’Italia oggi era il gruppo parlamentare più presente fra tutti".

Gli animi si sono invece poi surriscaldati quando lo stesso Foti ha contestato il fatto che Debora Serracchiani (Partito Democratico) avesse detto che il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro doveva dimettersi per la sua assenza di ieri in Aula al voto sul Def: "Peccato che alla fine l'unica che si è dimessa è stata lei". A quel punto i deputati del Pd hanno iniziato a lasciare l'Aula mentre da FdI si urlava "Fuori, Fuori!" in coro. Nel frattempo Nico Stumpo, che era stato già richiamato all'ordine per le sue intemperanze dal presidente Lorenzo Fontana, si è diretto verso i banchi di Fratelli d'Italia, dove è stato bloccato dai commessi, per quanto comunque ci sia stato qualche contatto i rappresentanti del partito di Giorgia Meloni.

Giorgetti esulta per i dati del Pil

Subito dopo il voto, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, si è poi presentato in Commissione Bilancio del Senato per spiegare le nuove finalità presenti nella nuova relazione allegata al Def. "Credo che dagli errori si impara. Quindi spero che per il futuro non si ripetano situazioni simili", da dichiarato l'esponente di governo ai margini della presentazione del Documento. "Oggi in Aula è andata bene ma fuori dall'Aula, dove si lavora e si produce, è andata ancora meglio: se vedete le previsioni del Def sulla crescita dell'Italia del 2023, che hanno criticato tutti quanti, l'Istat dice che il Pil è +1,8%". Adesso, si procede "come previsto", assicura Giorgetti: "Facciamo il decreto legge il 1° maggio e poi, sempre con quell’atteggiamento di responsabilità che mi sembra che stia producendo frutti, andiamo avanti". A chi gli chiedeva un commento sulle richieste dei partner europeo sulla ratifica del Mes da parte del Parlamento italiano, il ministro è perentorio: "Bisogna approfondire, lo faremo.

Una cosa per volta".

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