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"Io coi 5S?", "È inchiodato al 3%". Volano gli stracci tra Calenda e Gruber

Il leader di Azione respinge l'idea dell'accozzaglia di sinistra: "Perché dovrei stare con i 5 Stelle?". La bordata della conduttrice: "Perché sennò governa la destra-destra in Italia"

"Dovrei allearmi con i 5S?", "È inchiodato al 3%". Volano gli stracci tra Calenda e Gruber

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"Dovrei allearmi con i 5S?", "È inchiodato al 3%". Volano gli stracci tra Calenda e Gruber

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L'ultima puntata di Otto e mezzo su La7 è stato il ring che ha ospitato un duro botta e risposta tra Lilli Gruber e Carlo Calenda. Due personalità senza alcun dubbio forti che si sono scontrate sulle questioni della politica interna del nostro Paese, dal clima tra i partiti delle opposizioni al tema delle alleanze che continua ad attanagliare la sinistra nostrana in cerca di chissà quale operazione di campo largo per provare a vincere le elezioni contro il centrodestra. Punti di vista differenti che in maniera inevitabile hanno infuocato gli animi generando un dibattito assai animato in diverse occasioni.

La conduttrice del programma ha invitato il leader di Azione a ricorrere alla chiarezza a vantaggio dei cittadini, accusandolo di adottare spesso posizioni tutt'altro che nitide rispetto al problema relativo alle alleanze di un fronte progressista. L'osservazione ha fatto scattare in tempo zero la replica di Calenda, che ha chiesto per quale motivo dovrebbe accettare di condividere la coesistenza sotto uno stesso cappello politico con il Movimento 5 Stelle che ad esempio sulla politica estera ha linee ritenute incompatibili.

"Perché dovrei stare con i 5S?", si è chiesto l'ex ministro dello Sviluppo economico. Un interrogativo a cui ha risposto la stessa Gruber, incalzandolo su uno scenario che si è calato nella realtà in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 che ha visto trionfare la coalizione di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia: "Perché sennò governa la destra-destra in Italia". La tesi della giornalista non ha convinto il leader di Azione, secondo cui accettare di promuovere un'accozzaglia solamente in nome dell'urgenza di schierarsi contro un avversario politico rappresenta il principio della fine dell'Italia.

Successivamente Gruber non ha rinunciato a sganciare una bordata contro l'ex numero uno del Terzo Polo, mettendo il dito nella piaga e ponendo l'attenzione sullo scarso peso del suo partito che emerge dai sondaggi: "Non si capisce perché lei stia inchiodato tra il 3,6% e il 4,1% se è così magistrale la sua proposta politica". "Perché è un lavoro faticoso", è stata la risposta. Ma niente: la conduttrice ha insistito, continuando a focalizzarsi sull'opzione di mettersi in coalizione per contare di più per offrire un'alternativa.

Non c'è stato solamente il fronte delle alleanze a rendere frizzante il dibattito. Calenda ha affrontato il nodo che riguarda l'atteggiamento delle opposizioni più radicali, che continuano a sposare l'Aventino piuttosto che favorire una discussione istituzionale seria e proficua nel merito con il governo guidato da Giorgia Meloni. Il leader di Azione ha dunque bocciato la strategia delle barricate: "È una via facile che la sinistra prende, 'in fondo sono fascisti'...". In conclusione Gruber non ha rinunciato all'ultima stoccata, annotando di vedere Calenda "molto agguerrito" contro il Parito democratico di Elly Schlein e contro Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle mentre risulta "molto benevolo" nei confronti di Meloni.

Forse la prossima volta sarà meglio presentarsi con un piano per l'ammucchiata di sinistra e con un copione che spari a zero contro il governo.

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