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Altra lezione (non richiesta) dalla Fornero: perché vuole più immigrati in Italia

L'economista sale in cattedra e rimprovera all'Italia uno scarso europeismo. Poi fa la lezione sul calo demografico e i giovani in fuga, ma tace sui segnali positivi dati dal governo Meloni

Altra lezione (non richiesta) dalla Fornero: perché vuole più immigrati in Italia

Quel vizio di salire in cattedera e di impartire lezioni anche fuori dalle aule universitarie, Elsa Fornero non lo ha mai perso. È una tentazione alla quale la professoressa cede volentieri, soprattutto quando bisogna fare le pulci al Paese e a chi lo amministra. Ora che alla guida dell'Italia c'è il centrodestra, l'ex ministro non poteva perdere l'occasione per dispensare nuove teoriche spiegazioni (facile farlo quando non si hanno responsabilità di governo) e per stigmatizzare alcuni fenomeni che in realtà ci riguardano da decenni. Così, dalle odierne pagine de La Stampa, l'economista ha descritto il nostro come un Paese "sempre più vecchio e rancoroso", imputando agli italiani uno scarso europeismo.

La lezione (non richiesta) della Fornero agli italiani

"Come i disperati che affrontano il mare agitato in cerca di rifugio e di migliori prospettive di vita, anche il nostro Paese non riesce a sottrarsi a continue tempeste e a ritrovare una più tranquilla navigazione che lo portino a crescere", ha scritto la professoressa Fornero, con quel pargone che sembrava un'allusione alle recenti vicissitudini tricolori sul tema immigrazione. Poi, la solita bacchettata agli italiani che pretenderebbero troppo dall'Europa, pur senza adattarsi alle sue dottrine. "Anche i rapporti con i partner europei riflettono il nostro continuo dibatterci da un'emergenza a un'altra: chiediamo solidarietà all'Europa per ogni shock negativo ma non vogliamo che l'Europa ci 'riprenda' per scelte e comportamenti scarsamente compatibili con i principi e gli obiettivi ai quali l'Europa si ispira. Anzi, contestiamo quegli obiettivi, talvolta apertamente denigrandoli", ha scritto al riguardo l'ex ministro, arrivando per associazione di idee a esprimersi sul recente strappo con Parigi sulle Ong.

La "pagliuzza" del caso Ong

Sul tema, Elsa Fornero ha strigliato l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. "È questa incapacità di alzare lo sguardo per guardare lontano che ha portato il governo vicino a una crisi nelle relazioni con la Francia, ad agitarsi moltissimo per la 'pagliuzza' rappresentata dagli sfortunati (ma non abbastanza 'fragili' da consentirne lo sbarco) della Ocean Viking, ignorando la trave nel nostro occhio, rappresentata dall'enorme squilibrio demografico tra le due sponde del Mediterraneo", ha sentenziato l'economista piemontese, spiegando che in Africa "centinaia di milioni di nuovi giovani si affacceranno all'Europa nei prossimi decenni", mentre nel Vecchio Continente ci saranno sempre meno nascite.

Il calo demografico e l'emigrazione

Citando i dati del recente Rapporto Caritas sugli Italiani all'estero, Fornero ha così accostato tra loro due problematiche in effetti non trascurabili: il calo demografico e il fenomeno dei cervelli italici in fuga. Ma lo ha fatto chiaramente a modo suo, connotando politicamente il ragionamento. "Mentre rifiutiamo o rendiamo difficile e umiliante l'accesso in Italia ai giovani dei paesi poveri, creiamo le condizioni perché i nostri emigrino. Non soltanto la natalità scende e la speranza di vita aumenta ma l'emigrazione si aggiunge a trasformare l'Italia in un Paese sempre più vecchio e rancoroso", ha affermato l'ex ministro. E ancora: "Si parla di 'inverno demografico' dovuto alla forte riduzione del tasso di natalità ma quello che abbiamo visto negli ultimi 10-15 anni va ben oltre e, se dovesse continuare, sarebbe un vero e proprio 'suicidio demografico'. Dal 2011 al 2020, gli italiani emigrati sono raddoppiati, passando da circa 80 mila a circa 160 mila, in gran parte giovani, spesso donne, provenienti dal Mezzogiorno e dalle Isole".

Governo Meloni, i dettagli che la Fornero dimentica

Chissà perché, su questi punti la professoressa si è dimenticata di annotare che - per la prima volta dopo decenni - l'Italia ha un governo che ha posto la questione in termini espliciti. In questo senso, la scelta del premier Meloni di introdurre un ministero per "la famiglia, la natalità e le pari opportunità" non è casuale. Quando il centrodestra parla di promozione delle nascite, poi, c'è chi dall'altra parte sembra fare spallucce o preferisce spostare l'attenzione, parlando di presunte minacce al diritto di abortire. Allo stesso modo, per valorizzare i nostri talenti è stato recentemente rilanciato il concetto di "merito", contestatissimo però dalla sinistra in quanto strumentalizzato in chiave negativa. Il medesimo discorso riguarda la promozione delle aziende nostrane e del Made in Italy, argomento che pure rientra nelle corde di questo governo.

"Dovremmo imparare dai francesi"

Senza farsi prendere da facili entusiasmi, insomma, si potrebbe sperare che finalmente qualche provvedimento avveduto possa arrivare davvero, anche su quelle tematiche decisive. Diversamente, per la Fornero dovremmo guardare a Parigi per imparare come si fa. Per capire come valorizzare l'Italia.

"Dai francesi, che forse non hanno titolo per impartirci lezioni, dovremmo però almeno imparare che il welfare dovrebbe dare ai giovani almeno la stessa attenzione data alle pensioni; con interventi sulla scuola, politiche efficaci di accompagnamento al lavoro, di formazione nelle competenze che mancano, nonostante vi sia domanda da parte delle imprese; prestiti e sgravi fiscali per iniziative imprenditoriali"; ha concluso infatti la prof. Perché, ogni volta, questo malcelato senso di inferiorità nei confronti dei nostri vicini?

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