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"La droga è m...". Lo sfogo di Salvini: stretta in arrivo sul codice della strada

Il vicepremier a Cagliari: "Per me la droga è morte. Drogarsi è da cogl...". Poi l'annuncio di un'ulteriore stretta nel codice della strada: ritiro della patente per chi guida sotto effetto di stupefacenti

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Matteo Salvini a gamba tesa contro le sostanze stupefacenti e chi ne fa uso. Dal palco allestito alla Fiera di Cagliari per il comizio di chiusura della campagna elettorale di Paolo Truzzu, candidato del centrodestra per le regionali in Sardegna, il vicepremier e leader della Lega si è scagliato contro le droghe con parole inequivocabili, fragorose. E nella medesima occasione ha dato anche una notizia: nel nuovo codice della strada sarà previsto un provvedimento drastico per chi si mette alla guida sotto effetto di stupefacenti.

"Per qualcuno a sinistra ci sono alcune droghe lecite che si possono legalizzare: per me ogni droga è mer..., per me la droga è morte, non ci sono droghe buone, non ci sono droghe simpatiche, droghe che fanno bene", ha esclamato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti durante il proprio comizio a Cagliari. Poi l'ulteriore passaggio destinato a fare notizia: "Nel codice della strada che arriverà in Aula il primo marzo ho previsto - e l'ho scelto da ministro e da papà - il ritiro della patente per chi viene trovato alla guida drogato".

Sul punto, Salvini ha quindi aggiunto: "Drogarsi è da cogl..., mettersi alla guida drogati è da doppi cogl...". Così il vicepremier ha annunciato un'ulteriore stretta negli interventi già previsti dal codice. Nei mesi scorsi, il ministro aveva già previsto un inasprimento proprio sulla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti: per chi viene trovato alla guida drogato, il test positivo faceva dunque scattare la revoca della patente e la sospensione di tre anni. Ora, è in arrivo un nuovo giro di vite in nome della tolleranza zero.

Dal palco di Cagliari, il vicepremier ha anche commentato l'apertura di un fascicolo contro ignoti sul ponte sullo Stretto dopo la denuncia presentata da Bonelli, Fratoianni e Schlein.

"Io finché mi fate fare il ministro vado in ufficio per fare le opere pubbliche che servono a questo Paese, non saranno la sinistra qualche giudice o qualche giornalista di sinistra a spaventarmi", ha affermato il leader della Lega.

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