Profezia "nera" sulle europee: cosa succederà a Schlein e Pd

Il direttore dell'Istituto Cattaneo mette fuori gioco la candidatura Schlein alle europee: "Sua presenza avrà effetti marginali". E sulla premier spiega: "Meloni capolista vale il 2% in più"

Profezia "nera" sulle europee: cosa succederà a Schlein e Pd
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Dalle parti del Nazareno, sede del Pd targato Elly Schlein, arrivano solo brutte notizie. Mentre la segretaria dem non ha ancora sciolto la riserva sulla sua possibile candidatura in vista delle elezioni europee del prossimo giugno, ecco che arriva l’ennesima doccia gelata. Dopo i “consigli” di Romano Prodi di evitare la corsa a Bruxelles e in seguito alle obiezioni che arrivano dalle correnti democratico, oggi è il politologo ed ex esponente del Partito democratico Salvatore Vassallo a sconsigliare il confronto con il giudizio degli elettori.

La segretaria dem non trova pace: la sua candidatura è ostacolata sia dai mal di pancia interni al suo partito sia dal parere dei cosiddetti esperti. Il direttore dell’Istituto Carlo Cattano, entrando nel merito della questione in un commento pubblicato sul Quotidiano Nazionale, non ha alcun dubbio a riguardo.“Elly Schlein è stata eletta segretaria con un margine risicato”, esordisce il politologo. Che poi aggiunge: “Di conseguenza, non gode di un consenso entusiastico tra tutta la platea degli elettori Pd. Inoltre, come capita del resto anche a Conte, Renzi, Calenda, non è particolarmente apprezzata dagli elettori di altri partiti dell’opposizione”. La sferzata alla leader dem, però, non tarda ad arrivare. “La sua presenza sulla scheda promette marginali effetti sul risultato del Pd”, sentenzia con poche ma efficaci parole. “Mentre – sottolinea - rischia di tenere Verdi e Sinistra, i suoi più sicuri alleati, sotto la soglia vitale del 4%”.

Il ragionamento del politologo è una doccia fredda per Elly ma non è così distante dalla realtà. Tutt’altro: la scarsa leadership mostrata dalla segretaria, sia in Aula che fuori, potrebbe essere una vera spina nel fianco per il “nuovo” Pd europeo e, in particolare, per la sua possibile candidatura personale. La sfida, o presunta tale, tra la segretaria del Pd e la leader di Fratelli d’Italia potrebbe rivelarsi più un sogno mediatico-giornalistico. Dall’altra parte del ring metaforico, infatti, troviamo una Giorgia Meloni, premier da oltre un anno e ancora molto forte nei sondaggi, che potrebbe usare le elezioni europee per dimostrare il vero distacco tra sé e gli oppositori.

Un paradosso sottolineato dallo stesso politologo. “Giorgia Meloni - spiega Vassallo - è la leader indiscussa di FdI, quindi è ovvio che sia molto popolare tra la quasi totalità dei sui elettori. Ma è anche ben vista da una quota intorno al 70% degli elettori di Lega e FI”.

Il risultato è presto detto: “È ragionevole attendersi che la presenza di Meloni sulla scheda porti un plebiscito personale e un vantaggio di 1-2 punti per FdI”. Tradotto: tra le due leader al femminile non c’è partita. Ora la palla passa a Elly Schlein e compagni.

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