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"Gliel'ho insegnato io...". Il retroscena di Casalino su Conte

Il responsabile della comunicazione 5s si confessa: "Ero di Rifondazione Comunista...". Poi ripercorre il periodo a palazzo Chigi con Conte e prepara il proprio ritorno: "La prossima volta mi candido"

"Gliel'ho insegnato io...". Il retroscena di Casalino su Conte

Dalla sinistra rifondarola al Grande Fratello. Strano percorso quello di Rocco Casalino, passato dal comunismo bertinottiano ai siparietti del reality show emblema della tv commerciale. Poi la folgorazione sulla via del grillismo e l'avventura politica al fianco di Giuseppe Conte. "Originariamente ero di sinistra, anzi di Rifondazione Comunista per la precisione, vicino a Bertinotti, poi vicino ai Ds e 10 anni dopo nasce il M5S e divento 100% grillino": a raccontarlo è stato lo stesso responsabile della comunicazione pentastellata nel corso di un'intervista rilasciata a Belve, su Rai2, e in onda questa sera.

Casalino: "Ecco cosa mi deve Conte"

Che certe idee dei Cinque Stelle abbiano un'impronta di sinistra è chiaro, così come una certa retorica sul popolo ammantata di demagogia. In questo senso, Casalino non sarebbe l'unico pentastellato con un retroterra ultraprogressista (anche se, nel caso dell'ex gieffino, questa caratteristica è stata per anni ignota ai più). Peraltro, il capo della comunicazione grillina ha anche rivendicato di aver contribuito a "creare" mediaticamente Giuseppe Conte. "Quanto mi deve? Parte della mia vanità direbbe che ci sono io dietro ma non è così. La mia capacità è valorizzare le caratteristiche di una persona. Sicuramente, nella prima fase gli ho insegnato ad avere una comunicazione più semplice, a far trasparire il lato umano, ma il merito è tutto suo", ha affermato Rocco a Belve.

Il "codice Rocco"

"Ci dobbiamo entrambi qualcosa, io ho imparato moltissimo da lui, sono cresciuto molto con lui e sono cambiato e credo che qualcosa lui ha preso da me. Ci siamo stati utili entrambi", ha proseguito Casalino, entrando poi nei dettagli del suo lavoro ai tempi di palazzo Chigi. "Io prepotente? No, era rispetto per il Movimento, che voleva essere rispettato, e non prestarsi per fare ascolti. Chiedo giornalisti prestigiosi non provocatori", ha sottolineato l'ex funzionario, negando anche la definizione giornalistica di "codice Rocco" riferita a un suo modo di impostare il lavoro. "Il 'codice Rocco' non esiste. Io ero bravo nelle trattative e rifiutavo i pollai televisivi in cui vince chi urla di più e io non volevo mandare le nostre persone in una sorta di spettacolo. Chiedevo di creare una situazione in cui poter parlare di contenuti".

Ora Casalino continua ad aiutare il Movimento e intanto sogna il ritorno in prima linea. Magari da politico di professione. Nell'intervista rilasciata a Francesca Fagnani, l'ex portavoce di Conte ha infatti dichiarato il proprio pentimento per non essersi candidato in passato coi 5s. "Io penso al bene di Conte e del Movimento. Era una campagna importante e Conte era la persona giusta per far ripartire il Movimento, non volevo che ci fosse nessuna macchia. Ho fatto questa scelta per non danneggiare Conte e il Movimento e il giorno dopo mi sono pentito", ha ammesso Rocco, riconoscendo che la propria esperienza grillina "sarebbe stata utile in una fase nuova e in Parlamento".

"La prossima volta mi candido"

"Di questa cosa ne ho discusso con Conte che riteneva che le mie capacità nella comunicazione fossero importanti e mi ha detto: 'scegli tu, è chiaro però che c'è bisogno di te nella comunicazione'. Io comunque ero convinto che avrei danneggiato e non me la sono sentita. La prossima volta però mi candido, se mi sarà offerta l'opportunità", ha concluso Casalino. E chissà che in futuro l'opportunità non arrivi davvero. Con una battuta, qualcuno potrebbe far notare che attualmente le posizioni grilline sono sempre più a sinistra. No alle armi, salario minimo, reddito di cittadinanza, "patrimoniale per dare il reddito a tutti".

Per Casalino, in un certo senso, sarebbe quindi un ritorno politico alle origini.

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