Interni

"Bilancio positivo", "Attenta agli alleati". Meloni, il governo e i primi 100 giorni

Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato i politologi Marco Tarchi e Lorenzo Castellani sui primi cento giorni del governo Meloni

"Bilancio positivo", "Attenta agli alleati". Meloni, il governo e i primi 100 giorni

Il governo Meloni ha tagliato il traguardo dei 100 giorni. Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato i politologi Marco Tarchi e Lorenzo Castellani.

Il bilancio è positivo o negativo?

Tarchi: "Immagino che la presidente del Consiglio ne sia effettivamente soddisfatta. È riuscita a rafforzare la sua immagine personale, ha raccolto sostegni forse non del tutto attesi negli ambienti mediatici – basta vedere come viene trattata dal Corriere della Sera – e ha tenuto a bada gli alleati, riuscendo a rendere inoffensive le loro palesi insofferenze. Inoltre, anche quando non ha tenuto fede alle bellicose promesse della campagna elettorale – si vedano le vicende dell’immigrazione, e in parte quelle relative alle accise sul carburante –, ha saputo tappare le falle con buoni esercizi retorici".

Castellani: "Positivo. Tutti si aspettavano rischi e problemi per l’inesperienza della Meloni e la posizione euroscettica di gran parte della maggioranza. Alla fine il rapporto con l’Unione Europea si è rivelato positivo e collaborativo; la collaborazione con l’asse Atlantico si è rafforzata; sul piano economico e finanziario il governo ha seguito le linee europee e non ci sono stati problemi legati ai titoli di Stato per ora".

In economia, il governo sta rispettando le attese?

Tarchi: "Aiutato dalle circostanze – ovvero da un relativo raffreddamento delle fiammate inflattive e dal contenimento dei prezzi delle fonti energetiche –, mi pare di sì. C’è da notare che lo ha fatto senza sensibili scostamenti dalla linea-Draghi, che ha peraltro in Giorgetti un affidabile garante. Su flat tax e pensioni ha dovuto ridimensionare i precedenti proclami, ma c’era da aspettarselo".

Castellani: "Il governo ha sacrificato una immediata realizzazione delle promesse, oggi solo parziali, preferendo un approccio graduale. Vista la gravità economica della situazione, possiamo dire che il governo per ora ha preferito la stabilità ad un riformismo dirompente. Quest’anno ci dirà se la maggioranza farà sul serio su fisco e giustizia".

Le sembra che il governo Meloni, in politica estera, goda di rispetto e autorevolezza?

Tarchi: "La parola 'autorevolezza' mi pare fuori luogo per un esecutivo che si è allineato supinamente alla linea dettata da Nato e Stati Uniti, e che per far dimenticare la provenienza ideologica della premier e di altri suoi esponenti pare intenzionato a fare sfoggio del massimo zelo nel suo iperatlantismo. Quanto al rispetto, una volta ridotte al lumicino le critiche all’Unione europea e rimediata la gaffe del tweet entusiastico per aver spedito una nave delle ong sulle coste francesi, mi pare che se lo sia guadagnato. Ma qualche nodo rischia di venire al pettine quando torneranno a galla i dissidi tra i paesi del gruppo di Visegrád – dove Meloni ha più di un alleato – e le alte sfere di Buxelles. Allora si tratterà di scegliere, e quindi di scontentare qualcuno".

Castellani: "Mi ricollego alla prima domanda e direi di sì. In Europa non abbiamo assistito ad isolamento o a frizioni particolari, mentre il rapporto con gli americani è eccellente sui dossier di Russia e Cina".

Crede che gli alleati creeranno grandi difficoltà alla Meloni e su quali temi?

Tarchi: "Grandi no, perché a nessuno piace silurare la nave su cui sta viaggiando, ma di punzecchiature costanti ce ne saranno, e del resto ce ne sono già state, soprattutto da parte di Forza Italia e dei suoi satelliti 'moderati'. Le questioni dell’autonomia regionale differenziata e della drastica riduzione delle intercettazioni giudiziarie saranno certamente spinose da affrontare, al di là delle odierne rassicurazioni di facciata. Ma anche l’entità dell’appoggio militare che l’Italia sta fornendo alle truppe di Kiev potrebbe, nello scenario di escalation che si sta prefigurando, costituire un forte motivo di attrito. Per non parlare dei temi economici, se si presentassero di nuovo fattori di crisi".

Castellani: "Per ora gli alleati sono stati domati e credo resteranno tali sino alle Europee. I maggiori problemi potrebbero sorgere su giustizia, dove ci sono posizioni più garantiste e altre più legalitarie che potrebbero entrare in contrasto, e sulle pensioni, dove Lega e Forza Italia premono più di Fratelli d’Italia per una crescita della spesa".

La luna di miele sta finendo oppure proseguirà?

Tarchi: "Finché le opposizioni, Pd in testa, saranno nello stato attuale, e gli indicatori economici non segneranno sensibili peggioramenti, è probabile che prosegua. Anche se la “democristianizzazione” in corso potrebbe non piacere a una parte degli elettori di Fratelli d’Italia e gli indici di gradimento del partito potrebbero invertirsi di segno, alimentando negli alleati velleità di protagonismo che potrebbero fare da intralcio alla strategia decisionistica e personalistica che Meloni, soprattutto sul piano dell’immagine, ma non solo, sta perseguendo".

Castellani: "La luna di miele continua sia perché il governo non ha commesso grandi errori e la situazione economica è meno peggio del previsto sia perché l’opposizione è divisa e dunque incapace di offrire alternative".

Commenti