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Lady Soumahoro, guai via mail. "Karibu, era lei la presidente"

Il documento in possesso del «Giornale» sbugiarda la moglie del deputato: anche nel 2020 guidava la coop

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Nuova bugia per Lady Soumahoro che aggrava ancora di più la sua posizione ma anche quella del suo compagno Aboubakar Soumahoro. Dallo scoppio del caso Karibu la linea difensiva della donna, portata avanti dall’avvocato Lorenzo Borrè, è stata sempre quella di dimostrare la sua estranea ai fatti. Se questo, dopo l’avviso di garanzia arrivato pochi giorni fa, sembra dimostrato essere falso, false sono anche le affermazioni riguardo le cariche occupate nella Karibu, dichiarate sempre marginali e mai di dirigenza.

La Murekatete viene inserita nell’ufficio di Presidenza nel biennio 2017-2018, come dimostra anche un post su Facebook della pagina Karibu dove si legge: «Una nota della nostra Presidenza, Liliane Murekatete».

Dopo lo scandalo della coop, però, le informazioni sul suo ruolo sono state confuse e riferiscono la sua estraneità a ruoli gestionali nella cooperativa nel 2019, ma anche nel 2021. Nel 2019 a scagionarla sarebbe stata la testimonianza di una dipendente che ha dichiarato di aver messo lei la firma della Murekatete perché assente e in maternità.

Per quanto riguarda il 2021, Borrè ha affermato che la sua assistita non si sarebbe trovata geograficamente nel luogo dell’assemblea perché in compagnia di Soumahoro. Però esiste un documento, una pec, di cui Il Giornale è in possesso, che dimostra la continua e attiva carica di Liliane Murekatete non solo nei ruoli di gestione della Karibu, ma addirittura nella Presidenza. La mail, datata 30 dicembre 2020, è stata inviata dalla coop al sindaco e alla polizia di un comune vicino Sezze con cui la Karibu ha lavorato assiduamente sul tema accoglienza. In copia è inserita proprio la compagna dell’onorevole, con la dicitura «Liliane Presidenza».

Sembra quindi chiaro che sia sempre stata, almeno dal biennio 2017-2018 e fino a fine 2020 alla presidenza della Karibu. Ma c’è di più, questa data mette inevitabilmente in gioco anche il deputato. È proprio lui, infatti, in un’intervista, ad affermare: «Durante la pandemia ho portato cibo e mascherine in giro per l’Italia, con mia moglie a sostenermi, ho lasciato un neonato a casa per accudire i bisognosi».

I tempi tornano: tra il 2019 e il 2020 Soumahoro lasciava il piccolo a casa per girare nei ghetti foggiani a distribuire mascherine, affiancato dalla moglie, quella moglie che dichiarava però di non essere presente alle assemblee della Karibu perché in maternità. Ma soprattutto: come è possibile che Soumahoro non sapesse che Liliane - accanto a lui in quelle battaglie - fosse in quel momento alla presidenza di una cooperativa, già sotto indagine e già al centro di proteste per quanto riguarda le condizione in cui vivevano i migranti accolti dalla Karibu?

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