Il 25 maggio potrebbero essere le ultime elezioni europee in cui voteremo con l'Italia come Stato nazionale sovrano. Entro i prossimi cinque l'Italia potrebbe confluire negli Stati Uniti d'Europa che saranno sostanzialmente un protettorato tedesco al cui interno l'Italia si ridurrà a colonia economica della Germania. Dopo aver perso la sovranità monetaria, all'80% la sovranità legislativa e ipotecato la sovranità giudiziaria, l'Italia rischia di perdere del tutto la sovranità nazionale. Ci troveremo di fronte a un sovvertimento dello Stato e a una flagrante violazione della Costituzione.
La responsabilità principale ricade sul presidente della Repubblica Napolitano che sta ripetutamente tradendo il giuramento di «essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione». Anche recentemente, nel suo messaggio al convegno del Movimento federalista europeo il 5 aprile, Napolitano ha scritto: «Nulla può farci tornare indietro, ma solo l'impegno dei cittadini può farci avanzare sulla via di nuovi indispensabili sviluppi istituzionali e politici, come propongono con passione i Federalisti europei». Senza giri di parole Napolitano auspica «nuovi indispensabili sviluppi istituzionali e politici» per far confluire il nostro Stato sovrano nella Federazione europea, violando la Costituzione e prevaricando il suo mandato che è di salvaguardare lo Stato sovrano e di rappresentare l'insieme degli italiani.
Al riguardo ricordiamo a Napolitano che tra due settimane si voterà per il Parlamento europeo e che lui ha l'obbligo istituzionale di essere al di sopra delle parti, a maggior ragione quando gli italiani sono divisi pressoché a metà tra chi vuole ostinatamente l'euro e gli Stati Uniti d'Europa e tra chi promuove il riscatto della sovranità monetaria e la salvaguardia dell'Italia come Stato nazionale. L'avvocato Marco Mori evidenzia che «il ruolo istituzionale del capo dello Stato non prevede la possibilità di parteggiare per l'una o per l'altra posizione ma gli impone unicamente di porsi quale garante del rispetto delle norme della Costituzione. Ai sensi dell'articolo 87 della Costituzione deve rappresentare l'unità nazionale e non già solamente quella parte della nazione di cui condivide pensieri e opinioni».
Non è forse partigianeria la partecipazione di Napolitano lo scorso 9 aprile a Palazzo Vecchio a Firenze alla giornata sullo «Stato dell'Unione», con guarda caso solo leader europei favorevoli all'euro e agli Stati Uniti d'Europa: i candidati alla presidenza della Commissione europea del Ppe, Jean-Claude Juncker, del Pse Martin Schulz, dei liberaldemocratici Guy Verhofstadt e dei Verdi José Bové. Napolitano si è prodigato nello screditare chi non la pensa come lui, sostenendo «io sono preoccupato per i populismi», «la risposta peggiore sarebbe l'astensionismo o un voto di rigetto verso l'Europa». E anche in questa circostanza ha violato il suo mandato auspicando la trasformazione dei partiti da italiani in europei: «Mi auguro che l'evoluzione dei partiti politici vada verso la creazione di partiti sempre più europei perché più i partiti diventano europei più possono superare le strettoie e le degenerazioni della politica nazionale».
Napolitano è arrivato a sostenere che l'euro e gli Stati Uniti d'Europa sono irreversibili anche se le forze avverse dovessero prevalere alle elezioni. Nell'intervista a Fabio Fazio di Che tempo che fa ha detto: «Il timore è che se si avessero forti rappresentanze euroscettiche nel Parlamento diventerebbe più faticoso il cammino. Io non credo a un'Europa che torni indietro, anche con tutti coloro che arrivassero da euroscettici al Parlamento europeo. Ormai quello che si è costruito nei rapporti tra le società, tra le economie, tra le culture e anche tra i sistemi giuridici non può essere distrutto nemmeno da parte di chi lo voglia accanitamente».
Noi chiediamo a Napolitano di rispettare la Costituzione e di attenersi al suo mandato istituzionale, facendosi garante dell'Italia come Stato nazionale sovrano e mantenendosi imparziale tra gli italiani che legittimamente hanno idee diverse sull'euro e sugli Stati Uniti d'Europa. Non è singolare che debbano essere i cittadini a ricordarlo a un capo dello Stato designato e non eletto?
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