
Appartenenza politica e ruolo della Resistenza nel dopo guerra. Ma non solo. Dal terrorismo nero e rosso fino alla tragedia delle stragi. Il dibattito tra Italo Bocchino e Pier Luigi Bersani è un mix di analisi politica e ideologica con un solo fattore in comune: la distanza tra le due posizioni è tanto netta quanto siderale. Come due pugili, durante l’ultima puntata di Piazza Pulita su La7, i due si sono scontrati in un ring mediatico senza esclusione di colpi.
La prima accusa di Bersani è abbastanza scontata. La destra viene descritta come una forza che ancora non ha fatto i conti con la storia e soprattutto non ha dato l’importanza necessaria alla resistenza partigiana. La risposta di Bocchino, però, arriva puntuale: “Lui fa un’analisi della destra completamente sbagliata. Noi eravamo atlantisti e i comunisti stavano con Stalin e l’Urss. In secondo luogo, Giorgio Almirante era contro i movimenti terroristi di destra. L’Msi ha avuto un ruolo importante e ha avuto la forza di prendere gli sconfitti della guerra civile e parlamentarizzarli”. Da qui arriva la stoccata finale che mette al tappeto l’ex segretario dem: “Io lezioni da democrazia da lui non le prendo. Mentre la destra votata si alla Nato e all’Ue, il Pci votava contro”. Poi, a stretto giro, rilancia: “L’antifascismo ora non ha più ragion d’essere. Perché ci dobbiamo intruppare”.
Bersani contrattacca. “È vero che i comunisti hanno votato contro la Nato ma poi ci siamo corretti”. “Vogliamo andare a vedere le sentenze? Dovete leggere la sentenza della Corte d’Appello sulla strage di Bologna.
Loro sono fascisti”. Poi arriva l’attacco al governo attuale: “Parla di ponti con l’Atlantico ma non è né carne né pesce. Ma voi cosa avete corretto alla vostra opposizione alla riforma sanitaria?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.