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"Partito in mano agli esterni". La squadra di Schlein spacca il Pd

L'apparato cattolico e moderato del Partito democratico si scaglia contro la nuova segreteria targata Schlein: "Il Pd è in mano agli esterni"

"Partito in mano agli esterni". La squadra di Schlein spacca il Pd

Dopo quaranta giorni di lunghe ed estenuanti trattative, Elly Schlein decide di annunciare la sua nuova squadra direttamente su Instagram. La linea della nuova segretaria è tracciata: nessun confronto, né con i giornalisti né con la minoranza del partito, assenza totale di moderatismo e asse politico spostato vistosamente a sinistra. La stessa linea che lamentano i fedelissimi di Bonaccini e l’apparato dem cattolico e moderato, i veri grandi esclusi dalla trattativa. La nuova squadra di Schlein più che unire il Pd lo ha spezzato in due: cattolici e moderati da una parte, Elly e il suo cerchio magico dall’altra.

La delusione dei moderati dem

Un partito già distrutto dal peso enorme delle correnti, già ferito dal ruolo sproporzionato dei “cacicchi” e soprattutto già indebolito dalle divergenze interne, ora deve fare i conti con l’ennesima spaccatura. La nuova squadra di Elly Schlein non ha fatto altro che acuire le tensioni tra moderati filo-Bonaccini e massimalisti, vicini alla giovane segretaria. I mal di pancia interni al partito sono all’ordine del giorno. Graziano Delrio, ex capogruppo dem, svela un retroscena de La Stampa, è “amareggiato” perché è stata persa l’occasione per dare più attenzione al mondo cattolico. Il coro degli amareggiati è unanime, chi per un motivo chi per un altro.

Gianni Cuperlo, ex presidente del Pd, è rimasto deluso perché “non è stata riconosciuta la ricchezza delle differenze, a dispetto della promessa di unità”. Insomma, il nuovo “dream team” di Elly non convince affatto l’apparato dem. Lorenzo Guerini, presidente del Copasir e capo della corrente Base Riformista, in una call con Bonaccini è ancora più netto: “È poco chiaro l’impianto politico della segreteria in cui stiamo entrando”. Lo stesso si può dire per Paola De Micheli che attacca frontalmente la Schlein, colpevole di non aver voluto“dare rappresentanza ad una parte vitale del partito espressa da due candidati al congresso". La lista dei grandi delusi, vicinissimi all'area Bonaccini, si allunga ora dopo ora. Alessia Morani, ex deputata e attuale membro della commissione garanzia del Pd, boccia la nuova squadra di Schlein: "Mi aspettavo una segreteria più aderente al risultato del congresso. Mi immaginavo una gestione unitaria che prevedesse pari dignità per le due mozioni maggioritarie". E all'Adnkrons svela: "Abbiamo dato piena fiducia a Bonaccini che ha sostenuto questa scelta nonostante le perplessità".

Il cerchio magico di Elly

E la scelta di affidare gran parte della segreteria a personalità “esterne” al Pd ha fatto andare su tutte le furie l’apparato organico del partito. Nelle chat dei vari capicorrente, riprese da La Stampa, i grandi delusi sono i riformisti, i cattolici, gli uomini più vicini a Stefano Bonaccini e alla sua idea di partito. E la domanda che ritorna è sempre la stessa:“Come si fa a dare il partito in mano a due persone che non avevano nemmeno la tessera?”.

Il riferimento è a Igor Taruffi, neo responsabile Organizzazione e alla nuova coordinatrice della segreteria, Marta Bonafoni. Il primo, raggiunto da Repubblica, rivendica con orgoglio la sua estraneità alle loghiche dem. La tessera del Pd l'ha presa solo "qualche giorno fa" e la sua esperienza poltica fa riferimento alla sinistra più radicale del partito. La prima elezione, "da indipendente", a soli 22 anni con Rifondazione Comunista mentre le avventure con Elly Schlein sono cominciate tre anni fa: "Nel 2020 - spiega Taruffi - abbiamo costruito con Elly la lista Coraggiosa, che metteva insieme Articolo 1, Sinistra Italiana e forze civiche. Vengo da lì". La bussola politica della nuova segreteria è una sola: la ricostruzione del campo largo. Un abbraccio populista e massimalista che il neo responsabile Organizzazione approva: "Su alcune proposte - sottolinea Taruffi - ci sono più elementi di vicinanza con i 5S. Dal salario minimo all'ambiente. Elly saprà costruire un campo largo".

Marta Bonafoni, a tutti gli effetti la nuova numero due del partito, è l’altra faccia della medaglia del nuovo Pd targato Schlein: consigliera regionale del Lazio, ha preso da pochi giorni la tessera del partito, femminista convinta e impegnata nelle lotte contro l’omofobia. La scelta di affidare il partito a figure esterne all’apparato dem ha destato “grande sorpresa” all’interno del Nazareno.

Tradotto: l’ennesima matassa da sbrogliare per la giovane segreteria del Pd.

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