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Salario minimo, il governo riscrive la proposta dell'opposizione: cosa cambia

Il governo interverrà con uno o più decreti per la retribuzione equa da qua ai prossimi sei mesi: riscritta la proposta del centrosinistra

Salario minimo, il governo riscrive la proposta dell'opposizione: cosa cambia

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Brusco stop per le opposizioni sulla proposta di legge sul salario minimo. L'emendamento promosso dalla maggioranza in commissione Lavoro rinvia di sei mesi il testo unitario avanzato da Partito democratico, Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Azione. Tra i firmatari c'è anche presidente dell'organismo parlamentare, Walter Rizzetto, esponente di Fratelli d'Italia.

Cosa c'è scritto nell'emendamento

La proposta in questione delega il governo ad adottare, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi volti ad intervenire in materia di retribuzione dei lavoratori e contrattazione collettiva, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: "assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi, contrastare il lavoro sottopagato" anche in relazione a specifici modelli organizzativi del lavoro e categorie di lavoratori, "stimolare il rinnovo dei contratti collettivi nel rispetto delle tempistiche stabilite dalle parti sociali - e questo dovrà essere fatto nell'interesse dei lavoratori e delle lavoratrici -, contrastare il dumping contrattuale". Un fenomeno, quest'ultimo, che determina fenomeni di concorrenza sleale mediante la proliferazione di sistemi contrattuali finalizzati ad abbassare il costo del lavoro e ridurre le tutele dei lavoratori.

Non solo, ma l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni è impegnato a "estendere i trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi, individuati in base al criterio di maggiore applicazione" a quei gruppi di lavoratori "non raggiunti da alcuna contrattazione collettiva, applicando il contratto della categoria più affine". Si dovrà poi introdurre strumenti di incentivazione a sostegno del rinnovo dei contratti collettivi nei termini previsti dalle parti sociali o già scaduti, "che comportino altresì il riconoscimento di incentivi a favore anche dei lavoratori e delle lavoratrici volti, nello specifico, a bilanciare e dove possibile compensare la perdita del potere di acquisito subita". L'intervento diretto del Ministero del Lavoro verrà svolto con lo scopo di "adottare le misure necessarie a valere sui soli trattamenti economici minimi complessivi, tenendo conto delle peculiarità delle categorie di riferimento e, se del caso, considerando i trattamenti economici minimi complessivi previsti da contratti collettivi più applicati vigenti in settori affini".

L'opposizione insorge sul salario minimo

L'emendamento di maggioranza ha fatto andare su tutte le furie le opposizioni. Giuseppe Conte parla di "Parlamento umiliato" da un governo che "prende tempo e sfiamma questa che è stata l'onda che si è levata nel Paese". Gli fa eco il Pd con Cecilia Guerra: "Nove lunghi mesi di riflessione per partorire questa schifezza?". Matteo Richetti sottolinea una "grave scorrettezza" dell'esecutivo. Pronta la replica del centrodestra. Antonio Tajani fa notare come "il nostro paese ha una contrattazione collettiva di circa il 90%" e che"la contrattazione collettiva garantisce un salario superiore e con una retribuzione superiore". Nella proposta di Forza Italia, prosegue il ministro degli Esteri, "si ottiene una norma contro i contratti pirata, il testo è a disposizione di tutto il centrodestra.

Credo che questo sia il modo migliore per tutelare i lavoratori".

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