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La sinistra e il solito vizio sul Made in Italy: contrastare i prodotti dei nostri agricoltori

+Europa ha tentato il boicottaggio del testo. Ma ormai il divieto è diventato legge

La sinistra e il solito vizio sul Made in Italy: contrastare i prodotti dei nostri agricoltori

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C'è una sinistra anti-italiana, che rema contro. Sempre, a prescindere. Che ripudia la parola patria, perché troppo sovranista e non ama il tricolore. Meglio la bandiera blu con le stelline dorate dell'Unione Europea. C'è addirittura chi snobba il «Made in Italy» e non crede nella potenza delle nostre imprese, dei nostri imprenditori. In particolare, di quelli agricoli. Lo dicono i fatti, parlano gli atti. Come quando i Verdi di Angelo Bonelli e i deputati di Sinistra Italiana guidati da Nicola Fratoianni presentarono una mozione alla Camera per far cambiare il nome del ministero del Made in Italy. «Meglio chiamarlo ministero del fare» dissero irridendo Giorgia Meloni che lo ha voluto e creato proprio per tutelare ancora di più il Paese e le sue aziende. Grandi e piccole. La spina dorsale della nostra economia sì, perché sono loro a mandare avanti la locomotiva Italia. Eppure, c'è chi si oppone.

Chi vuole ostacolare il cammino inarrestabile delle imprese, in particolare di quelle del food, del cibo. C'è chi è pronto a mettere il bastone tra le ruote in nome della ricerca. È il caso della carne sintetica che ha fatto a fettine i partiti di opposizione. Il governo ha presentato e voluto una legge (già approvata al Senato e alla Camera) per vietare la produzione di carne coltivata in laboratorio e tutelare le fattorie italiane. Eppure, c'è chi ha tirato in ballo la Costituzione pur di fermare la legge (invano) come i deputati di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova che hanno parlato di «un divieto anti-scientifico, anti-europeo e anti-italiano». A sentire gli agricoltori è l'opposto. A dare lezioni è Eleonora Evi, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, co-portavoce di Europa Verde, la quale sostiene che «chi parla di carne sintetica non sa nulla».

Sarà, ma torniamo agli oppositori più irruenti, al duo Magi Della Vedova. Quest'ultimo ha asserito che il «provvedimento (voluto dal governo ndr) sia espressione diretta di una cultura politica reazionaria, di chi vuole tenere fuori la modernità e l'innovazione». Una falsità dicono gli allevatori che investono sempre di più nelle innovazioni. Ma c'è chi preferisce la carne in laboratorio ad una bistecca toscana. «C'è un tema che si lega alla ricerca. Il divieto di importazione e commercializzazione ha detto il provocatore Magi impedisce anche che i comparti di ricerca e sostenibilità facciano il loro lavoro». Intanto ieri Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, è tornato sull'episodio che ha coinvolto anche Magi fuori dal Parlamento: «Al di là della volontà di qualche singolo di agire in termini legali, libero di farlo e in quel caso faremo altrettanto, mi auguro che le stesse persone non si avvalgano della immunità parlamentare».

Poi Prandini ha aggiunto che gli Gli episodi successi ieri sono stati raccontati in modo fuorviante».

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