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"Sui carburanti c'è grande ipocrisia. All'Italia serve un piano energetico"

Il vice direttore de ilGiornale, Nicola Porro, domani a Milano con la "Ripartenza"

"Sui carburanti c'è grande ipocrisia. All'Italia serve un piano energetico"

Torna la “Ripartenza”. Atto quarto. Domani, dalle 11, negli IBM Studios di Milano, Nicola Porro animerà una nuova edizione del fortunato evento che da due anni cadenza il dibattito politico ed economico del nostro Paese. Tema: pensare (o, meglio, ripensare) l’energia. Al tavolo col vicedirettore del Giornale si troveranno a dibattere, tra gli altri, Michele Crisostomo (Enel), Luigi Ferraris (FS), Stefano Antonio Donnarumma (Terna) e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Nicola, avevi organizzato la prima Ripartenza in piena epoca Covid. Cos'è cambiato da allora?

“C’è la stessa esigenza. Per questo ho deciso di fare una tappa a Milano prima di dedicarmi al consueto appuntamento di Bari.”

Domani si parla di un tema dimenticato dalla politica per 30 anni: l’energia.

“Ci siamo riempiti la bocca di Europa e ambiente, ma non abbiamo mai adottato una vera politica energetica. Siamo solo stati in grado di sostituire i motori endotermici coi motori cinesi, che in pratica vanno a carbone visto che è il fossile con cui viene generata gran parte dell'energia elettrica nel mondo.”

Un paradosso.

“Paghiamo le conseguenze di un’Europa senza politica energetica e senza strategia”.

E l’Italia?

“Abbiamo due aziende importantissime dal punto di vista energetico: Enel e Eni. Sono grandi realtà che, se messe in un contesto europeo privo di strategia politica, pur essendo multinazionali ben condotte e guidate, rischiano comunque di subire i contraccolpi di questa situazione paradossale.”

Cosa chiedono i tuoi ospiti al governo?

“Un’idea strategica sulla quale calibrare gli investimenti. Stiamo parlando di aziende che investono nel lungo periodo e che non possono ragionare nell'ottica dell’emergenza.”

A proposito di emergenze: come ci si è mossi sui carburanti?

“C’è una gigantesca bolla di ipocrisia che non riguarda solo l’attuale governo, ma in cui è caduta pure la Meloni. Se facciamo l’embargo al petrolio russo e decidiamo che il 50% del prezzo della benzina alla pompa è fatto da tasse, è evidente che mandare i finanzieri dal benzinaio ha solo un effetto estetico e politico ma nessuna efficacia. Ci sarà qualche distributore che se ne approfitta, non lo metto in dubbio, ma non è questo il problema.”

Qual è allora il problema?

“Guardano il dito e non la luna. Il dito è la speculazione, la luna è il governo che legittimamente decide di non ripetere gli sconti di Draghi. Non capisco perché poi si stupiscono: è normale, se togli lo sconto fiscale i prezzi della benzina si alzano.”

Anche sul fronte delle tasse si è fatto poco?

“Si fa sempre poco. Abbiamo vincoli europei molto stringenti e questo governo, come tutti gli altri, vuole rispettarli. Che poi il tema non è solo la riduzione delle imposte, che certo mi interessa, ma soprattutto la riduzione della spesa pubblica che è abnorme rispetto al Pil. Se continuiamo di questo passo, avremo presto un’economia nazionalizzata.”

Quale sarà l’argomento della “Ripartenza” di Bari?

“Le infrastrutture. Quelle tecnologiche, energetiche, digitali, scolastiche e civili. Cercherò di capire come possono essere migliorate in un Paese senza risorse.”

Il Pnrr è ancora un’occasione?

“È un'enorme etichetta dentro la quale non si capisce bene che cosa ci sia. Le grandi aziende potranno sfruttarlo meglio avendo già investimenti in corso. Ma non dimentichiamo che i soldi del Pnrr andranno restituiti: saranno ben spesi solo se genereranno un reddito che ne giustifichi l’esistenza.”

Il ponte sullo Stretto è una priorità?

“Sarebbe un segnale favoloso di rinascita di un modo di pensare.”

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