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"Ti mangiamo il cuore". L'odio dalle femministe contro la Meloni

"Meloni vattene", si legge in uno dei tanti striscioni contro il premier durante la manifestazione delle femministe a Roma. Non mancano nemmeno le minacce: "Sei la prima della lista"

"Ti mangiamo il cuore". L'odio dalle femministe contro la Meloni

L'Italia sta vivendo in un evidente cortocircuito. Lo dimostra l'ennesimo corteo delle ultra-femministe di "Non una di meno", che hanno sfilato in piazza contro la violenza sulle donne. Intento nobile, non c'è che dire, peccato che il loro sia un femminismo di convenienza, non universale per tutte le donne. Il solito doppiopesismo di sinistra, che si sente autorizzata a scagliarsi contro le donne di destra, in base a non si capisce quale legittimazione. O forse sì, perché finché la sinistra politica del nostro Paese non si dissocerà dalle forme di violenza verbale e dalle minacce che vengono perpetrate contro Giorgia Meloni in quanto donna, e non politico, e contro tutte le donne del centrodestra, allora le associazioni legate a quella corrente politica si sentiranno in diritto di potersi scagliare con inaudita violenza verbale.

Ed ecco che questo pomeriggio, durante il corteo di Roma, le femministe hanno scandito cori dal tenore inequivocabile: "Meloni fascista sei la prima della lista". Inutile spiegare quello che hanno voluto dire le femministe inneggiando a una presunta lista di cui Giorgia Meloni sarebbe la prima. Anche perché il senso di questa frase è stato ben splicitato dai manifesti che alcune manifestati si sono incollate addosso in cui, senza giri di parole, si può leggere: "Ti mangiamo il cuore". C'è poco da spiegare davanti a tutta questa violenza, contro la quale da sinistra si registra un colpevole silenzio.

Manifestazione Non una di meno
Screenshot da video Agenzia Dire

"Un corteo di violenza contro una donna non è accettabile. La frase 'fascista prima della lista' dedicata a Giorgia Meloni è di una brutalità inaudita che fa gettare la vera maschera di chi vi partecipa", ha dichiarato Augusta Montaruli, sottosegretario all'Università e Ricerca. In questa manifestazione, l'ipocrisia della sinistra e delle sue associazioni si è espresso in tutta la sua contraddizione: "Ecco come vogliono contrastare la violenza contro le donne: insultando e attaccando le altre donne". Nel suo intervento, Augusta Montaruli conclude: "Siamo di fronte alle femministe più antifemministe di sempre. Altro che 'Non una di meno', è studiato, per avere una sola di meno, il premier Meloni, con toni vergognosi e pericolosi che ci auguriamo tutti vogliano condannare scongiurando ulteriori derive".

Manlio Messina, vicecapogruppo vicario FdI alla Camera, ha condannato l'aggressione e la violenza verbale, rivolgendosi alle forze di opposizione: "Questi ripetuti attacchi devono far scattare la condanna di ogni schieramento politico, soprattutto di quegli esponenti che si battono ogni giorno per la difesa dei diritti delle donne. Ci auguriamo che non lo facciano solo a parole e censurino l'ultima grave minaccia nei confronti del premier". Il deputato Massimo Ruspandini, invece, si è rivolto direttamente all'ex presidente della Camera, che ha fatto del femminismo la sua bandiera ma troppo spesso, davanti agli attacchi alla Meloni, tace: "Sarebbe interessante conoscere il pensiero di Laura Boldrini, del Pd e delle femministe dopo l'ennesimo messaggio di odio arrivato oggi dal corteo di Roma.

Singolare che in una manifestazione contro la violenza alle donne si inneggi alla violenza contro il primo premier donna dell'Italia".

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