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"Ufficio toppe". "Povera cara", altro veleno della De Gregorio sulla Meloni

L'editoriale di Concita De Gregorio contro Giorgia Meloni e i suoi collaboratori è una pioggia di critiche

"Ufficio toppe". "Povera cara", altro veleno della De Gregorio sulla Meloni

Continua l'assalto contro Giorgia Meloni. Stavolta l'attacco arriva da Concita De Gregorio. È dalle colonne del suo blog che la giornalista ha sferrato l'ultimo affondo contro il presidente del Consiglio, arrivando addirittura ad affibbiarle un "povera cara".

Per prima cosa la De Gregorio tira in ballo quello che definisce "ufficio toppe", spiegando che, se avesse ancora vent'anni, non esiterebbe a candidarsi per un posto all'Ufficio Correzioni di Palazzo Chigi che i dipendenti, a suo dire, chiamano confidenzialmente "Ufficio Toppe". Evidentemente insoddisfatta del lavoro che viene fatto attualmente, la giornalista passa a dire che "la ricerca di personale dev'essere affannosa quanto riservata".

Nel suo articolo sferzante, Concita De Gregorio afferma che le stanze di tale ufficio non hanno targhe sulla porta, e sono state ricavate in tutta fretta nei giorni in cui ci sono stati "lo svarione sui rave e quello sui migranti che decidiamo noi quali sbarcano e quali no". Insomma, in breve si capisce quali sono i temi che infastidiscono la giornalista, portandola a prendersela contro i collaboratori del premier.

"Comunque quando si tratta di metterci una toppa, appunto, la discrezione è criterio sovrano", aggiunge, passando poi ad affermare che la Meloni, alla quale riconosce di non essere una sprovveduta, deve essere ormai arrivata a capire che il suo entourage o è incapace, oppure agisce spontaneamente. Insomma, la giornalista azzarda anche un'interpretazione dei pensieri del premier. "Povera cara, dev'essere stata la prima a rendersi conto che delle due l'una: o la classe dirigente che si è portata appresso è del tutto inadeguata e incapace, come dicevano quei mezzomorti dell'opposizione, o lo fanno apposta", attacca.

La conduttrice di In Onda passa dunque a fornire dei consigli. A suo dire servirebbe procedere con un casting, così da limitare i danni. Ci vorrebbe una selezione, insiste, anche se l'uso della lingua, precisa, è un "lusso minore".

Necessario, a detta della giornalista, trovare delle menti fresche che si intendano di diritto internazionale, tributario e costituzioni comparate. Persone che capiscano di Mes, per intenderci, e la microeconomia, così come la geopolitica. Meglio ancora, dichiara la De Gregorio, se queste nuove leve hanno trascorso degli anni all'estero. A quel punto, prosegue, si potrebbe richiamarli in Italia. "Dunque: inviare curriculum con lettera d’accompagnamento (non spiritosa, non ci provate) scritta a mano. Ufficio Correzioni, Palazzo Chigi, Roma. Arriva sicuro", conclude.

Insomma, l'ennesimo editoriale al vetriolo contro l'esecutivo. Non tutti, però, hanno sposato le idee della giornalista. Qualcuno, proprio sotto al suo editoriale, ha chiesto soluzioni concrete a problematiche impellenti come quella dei flussi migratori.

Ma non è detto che arrivi un editorale di risposta.

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