Seconda in classifica, ma in testa per l'attivo. Per ora la Juve si consola così. E mentre Adriano Galliani annuncia la riapertura della campagna abbonamenti («Mi spiace aver perso 16.000 abbonati rispetto all'anno scorso. E allora faremo un abbonamento speciale a partire dalla prima partita del girone di ritorno»), la Juve approva i suoi conti. Risultato netto positivo per 5,6 milioni di euro, contro i 3,1 dell'esercizio precedente. Ricavi pari a 64,9 milioni di euro, ovvero il 12,7% in più rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente (57,6 milioni). Altra faccia rispetto ai numeri dell'Inter: Moratti ha dovuto staccare un assegno da 70 milioni di euro.
Il patrimonio netto al 30 settembre è pari 107,4 milioni di euro contro i 101,8 precedenti. Gli esborsi della campagna acquisti si sono comunque fatti sentire: in giugno la posizione finanziaria netta era di 25,6 milioni di euro, ma al 30 settembre è scesa a 5,9 milioni. «Effetto degli esborsi avvenuti nel trimestre derivanti dalla prima fase della campagna trasferimenti». Ed ora tutto è in mano alla Champions League, gli introiti della coppa stanno diventando una voce importante, anzi decisiva, per le grandi squadre. Dal punto di vista economico hanno più peso di un successo in campionato. Adriano Galliani lo ha specificato anche oggi: «Niente vale più della Champions».
Campionato o Champions, la Juve non fa differenza. Vuole vincere qualcosa, ma non sbandare nei conti. Lo ha sintetizzato John Elkann tracciando una sintesi sul futuro.
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