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Ecco perché "luce" è buono e "buio" è cattivo: capire le metafore

Pubblichiamo, per gentile concessione dell'editore, un estratto della prefazione di Paolo Borzacchiello al libro "Metafora e vita quotidiana" di George Lakoff e Mark Johnson (Roi edizioni), pp. 352 - Euro 18,00

Ecco perché "luce" è buono e "buio" è cattivo: capire le metafore

Metafora e vita quotidiana, più di ogni altro libro che io abbia letto, spiega il modo in cui il nostro cervello elabora la realtà e, di fatto, vive la sua esperienza del mondo. Soprattutto, spiega quello che per me è il concetto più importante di tutti, ovvero che il corpo, il nostro corpo, ha un linguaggio del tutto particolare che possiamo studiare per comunicare in modo più efficace con il nostro interlocutore e con noi stessi. Il corpo, insomma, sa, e Lakoff, quindi, da questo punto di vista, più che insegnarci, ci ricorda. Ci ricorda come parliamo quando stiamo bene, ci ricorda come parliamo quando stiamo male, ci spiega come il cervello si esprime a livello linguistico e ci suggerisce quindi l’idea più rivoluzionaria di tutte: correggendo il linguaggio, possiamo correggere il corpo, esattamente come capita quando correggendo il corpo anche il linguaggio si corregge di conseguenza. Una delle mie frasi più citate è “le parole che usi dicono da dove vieni, le parole che scegli dicono dove vuoi andare”.

Ovvero: stai come dici, così come dici, stai. Le parole che usi dicono da dove vieni, ovvero: così come dici, stai. Chi vi ha insegnato a collocare, nello spazio metaforico che avete intorno, ad esempio, le belle esperienze e le emozioni positive “in alto” e le brutte esperienze e le emozioni negative “in basso”? Chi vi ha insegnato a dire, quando state bene, che siete “su di morale” e, al contrario, quando state meno bene, che siete “giù di corda”? Alto è bello, basso è brutto (che è anche il motivo per cui, probabilmente, le persone più alte sono considerate più intelligenti e solitamente guadagnano più soldi di quelle basse).

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Chi vi ha insegnato a usare la metafora collegata con il “caldo” per parlare di relazioni emotive buone e la metafora collegata con il “freddo” per parlare invece di relazioni emotive meno buone? “Che calorosa accoglienza”, dite. “Ho trovato quel tizio un po’ freddino”, dite. E potremmo andare avanti per altre cento pagine, ma vi toglierei il piacere di scoprire quel che le metafore dicono di noi senza che noi lo sappiamo. “Luce” è buono e “buio” è cattivo (“finalmente ho le idee chiare” vs “sono all’oscuro di tutto”), “vicino” è buono e “lontano” è cattivo (“ti sento vicino” vs “ti sento distante”) e così via. Il modo in cui parlate, cioè, dichiara il modo in cui state e, ovviamente, questo vi dà una capacità interpretativa del mondo interiore altrui che non ha eguali.

Grazie allo studio delle metafore, per esempio, scoprirete che se il vostro collega o cliente vi dice di non voler “perdere tempo”, sta utilizzando un frame metaforico collegato con il denaro e che, sulla base di questa informazione, voi potrete utilizzare metafore adeguate e creare con lui un legame empatico che trascende qualsiasi approccio di intelligenza emotiva che possiate immaginare: nulla al mondo, infatti, crea più empatia, ad esempio, di un linguaggio e un modo di parlare simile al nostro. Che cosa potete farvene, di queste informazioni? Potete, ad esempio, stare attenti a come parlate. Potete, per esempio, capire come funziona la mente dei vostri interlocutori. Potete, per esempio, adeguare il vostro linguaggio al loro, senza snaturarne i contenuti ma, semplicemente, adottando strategie metaforiche lineari con quelle che vi offrono.

(…) Le parole che scegli, come dicevo, dicono dove vuoi andare: così come dici, stai. Che cosa vuol dire? Vuol dire che scegliendo particolari parole e specifiche metafore, avete il potere di influenzare sia il vostro umore, sia la vostra realtà, sia la percezione dei vostri interlocutori. Che si tratti di una chiacchierata con vostro figlio, di un meeting aziendale o di un post, sapendo che a determinati mix chimici corrispondono determinate metafore, voi avete la possibilità di prevedere che tipo di reazione avranno i vostri interlocutori. Cioè: se voi sapete che, esemplificando all’estremo, metafore collegate all’altezza sono collegate a specifici ormoni del benessere, voi potete usarle per produrre quel tipo di ormoni in chi vi legge o ascolta. Io, ad esempio, durante il prossimo meeting, potrei esordire dicendo: “Sono qui per elevare i vostri già alti standard”, sapendo che “elevare” e “alti” produrranno certamente una reazione molto precisa.

Questo si traduce in un principio molto semplice: le metafore che utilizzate faranno stare voi e le persone che vi ascoltano in un modo o in un altro. E questo, soprattutto nell’epoca post Covid-19, è un potere di valore inestimabile. (…) Il libro di Lakoff mi ha fatto scoprire che con le parole puoi fare davvero di tutto, dal controllare gli elementi che sono sotto il dominio della tua responsabilità al gestire tutti gli altri.

Mi auguro che vi divertiate, in questo viaggio alla scoperta del mondo dell’intelligenza linguistica, e mi auguro soprattutto che il lavoro di Lakoff, così importante e così attuale, vi sia di aiuto così come lo è stato per me.

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