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Giardini all'italiana, mura e sotterranei: così Rieti si svela al pubblico

Rieti è una città ricca di storia e cultura: qui si esplorano alcuni beni culturali, dalle mura medievali ai sotterranei fino ai giardini del Vignola

Giardini all'italiana, mura e sotterranei: così Rieti si svela al pubblico

Sarebbe impossibile descrivere nella loro interezza le bellezze di Rieti, che sono tantissime. Nell’“ombelico d’Italia” c’è tanto da vedere, da conoscere, grazie al fascino di una storia lontana che affonda le sue radici nell’Età del Ferro.

Ma naturalmente qui, oltre la storia c’è la leggenda. E la leggenda è proprio nel nome della città: Reate, così Rieti si chiamava anticamente. Ci sono diverse ipotesi circa l’etimologia del toponimo ma si ritiene che il nome venga da Rea. Che questa sia la madre di Crono e quindi degli Dei o che sia Rea Silvia, madre di Romolo e Remo, poco importa: c’è qualcosa di atavico e di materno in Rieti, in una città a misura d’uomo lontana dalla frenesia eppure ricca di qualità.

I giardini del Vignola

Palazzo Vincentini e giardini del Vignola

Il nome di questo punto fermo di Rieti è al centro di una diatriba. I cosiddetti giardini del Vignola costeggiano infatti il Palazzo del Governo, chiamato anche Casa Poiana o più comunemente Palazzo Vincentini. La diatriba è relativa al fatto che l’edificio con i suoi giardini pensili all’italiana è attribuito a Jacopo Barozzi da Vignola ma c’è chi ritiene che l’autore del progetto sia invece Giovan Domenico Bianchi.

Indipendentemente da chi sia l’artista che ha progettato questo luogo, è difficile non restarne incantati. Un lato del palazzo presenta una loggia caratterizzata da archi a tutto sesto, colonne e nicchie: qui, tra varie specie arboree tipiche della macchia mediterranea, si dipanano siepi dalle forme geometriche suggestive. Verso la fine degli anni ’20, quando questo luogo divenne sede della Prefettura, le recinzioni furono eliminate per rendere il palazzo e i giardini aperti al pubblico.

Rieti sotterranea

Rieti Sotterranea ingresso via Roma
Su via Roma c'è l'ingresso di Rieti sotterranea

Oggi è un punto di interesse turistico, ma un tempo era un viadotto. I romani, nel III secolo a.C., lo costruirono infatti al di sotto delle case gentilizie di Rieti al fine di sopraelevare la via Salaria, attraverso delle strutture calcaree ed evitare che si riducesse a una palude a causa delle inondazioni del fiume Velino.

Conoscere questa parte di Rieti è interessante per due ragioni. Una è rappresentata dal rapporto tra Rieti e Roma nell’antichità. Se Rieti visse un periodo di floridità grazie ai Sabini - da cui la leggenda di epoca imperiale del cosiddetto Ratto delle Sabine - la città fu poi inglobata prima nel Regno e poi nell’Impero di Roma, condividendone vicissitudini storiche e politiche.

L’altra ragione si fonda invece sul fatto che la “superficie” della città e i suoi sotterranei sono fondati sul continuum architettonico. Pur arricchendosi di palazzi, in particolare in epoca medievale e rinascimentale, Rieti è stata rispettosa della propria storia e della propria urbanistica, tanto che un turista attento può notare l’evoluzione della città in diverse tappe che però non rompono un fil rouge estetico di grande impatto visivo.

Le testimonianze dal Medioevo

Cattedrale di Rieti

Dall’arrivo dei Longobardi alla fine della signoria di Cecco Alfani, la città visse momenti di caduta ma anche più grandi momenti di splendore. Gli Svevi, il papato, gli ordini religiosi: tutti concorsero nel creare il retroterra culturale di un ricco mosaico architettonico e urbanistico.

Ed è per questo che a Rieti esistono notevoli testimonianze del Medievo, ravvisabili nelle chiese dalla cattedrale di Santa Maria Assunta alla chiesa di San Domenico, relative rispettivamente ai secoli XII e XIII. Nel XIII secolo tra l’altro fu edificato il Palazzo Vescovile, dove vissero e operarono alcuni papi: l’edificio ha una facciata romana all’esterno e volte a crociera all’interno, dove si può trovare anche la pinacoteca del museo diocesano.

Il primo incontro con il Medioevo a Rieti avviene però attraverso le mura medievali, che collegano il centro a quelle che erano antiche strade verso le città dell’epoca ancora oggi esistenti attraverso 5 porte: Porta d’Arci, Porta Cintia, Porta Conca, Porta Romana e Porta San Giovanni. Qui si respira un senso di sicurezza e di forza: le mura non erano solo un confine o un mezzo di protezione, ma anche un modo per delimitare il potere su una città.

La foto di Palazzo Vincentini è di Alessandro Antonelli via Wikipedia

La foto di via Roma è di mac via Wikipedia

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