Majorino, barricadiero "chic". Tutto da rifare, tutto gratis...

Il candidato Pd promette trasporti gratuiti agli under 25 ma in Comune la sua giunta ha aumentato il ticket

Majorino, barricadiero "chic". Tutto da rifare, tutto gratis...

Sogna di rottamare la sanità lombarda considerata modello di eccellenza in Italia e fuori. Promette «trasporti regionali gratis per gli under 25» mentre la giunta Sala - di cui fatto parte dal 2016 al 2019 - ha appena alzato per la seconda volta in quattro anni il prezzo del biglietto. Ribadisce che aprirà (aprirebbe) presidi infermieristici e anche l'ufficio del governatore «al pianterreno di un caseggiato popolare perché i politici devono scendere dai palazzi alti e stare in mezzo alla gente». E butta lì lo slogan «meno aperitivi al Pirellone e più servizi, sposterò 10 milioni dalle spese di rappresentanza della giunta sul tema del sostegno ai bambini disabili», come se Attilio Fontana e assessori si fossero «bevuti» un patrimonio, populismo allo stato puro. E il candidato di Pd-5 Stelle in Regione Pierfrancesco Majorino, ieri al lancio del programma elettorale al Piccolo teatro, assicura «300mila nuovi posti di lavoro verde». Come? «Da fan totale di Stefano Boeri e del suo Bosco Verticale sono convinto che serva una rivoluzione verde, è una balla totale che siamo quelli che vogliono vivere nelle Ztl, portiamo sempre più la bellezza e l'efficienza energetica nei luoghi della marginalità. Facciamo delle case popolari il laboratorio della massima innovazione». Lancia un programma in 35 punti ma Majorino parla più ai grillini che alla parte riformista del Pd, anche se annusando le critiche assicura: «La decrescita felice non mi appartiene, sono per crescere e redistribuire e combattere le diseguaglianze». Ma nel campo delle infrastrutture «deve essere una crescita finalmente sostenibile, non la vergogna dei treni regionali, ribalteremo la gestione Trenord e potenzieremo i collegamenti con i capoluoghi». Su fronte sanità e salute sostiene che Fontana «sull'emergenza climatica sia stato negazionista» quindi «lanceremo un grande piano sugli effetti della crisi climatica e inviterò le regioni del nord a fare una strategia comune su lotta allo smog e mobilità sostenibile». Nel programma c'è una riorganizzazione «totale» del sistema di sanità pubblico-privata «con una diversa distribuzione dei fondi» e «nei primi 100 giorni porterò in giunta un provvedimento per tagliare le liste d'attesa. È inaccettabile che si faccia profitto sui malati e per fare esami subito occorra mettere mano al portafogli». Altre pillole: il «Garante dei malati», «piena applicazione della legge 194», «ricostruzione dei consultori pubblici sulla salute di genere», «il governo ha tolto il bonus cultura per i giovani noi lo daremo agli under 25», e pure «un reddito da spendere in formazione per i giovani», «abbattimento totale dell'Irap per i primi 3 anni alle nuove imprese». Precisa che dopo quanto accaduto in Brasile non definirebbe più Fontana «un piccolo Bolsonaro» come aveva fatto alla prima uscita da candidato, «anche perché sono convinto che accetterà la nostra vittoria». Un lontano miraggio. Un sondaggio Winpoll circolato ieri dava Fontana vincente con il 41% dei voti e Majorino addirittura dietro a Letizia Moratti in campo con il Terzo Polo. Sarà per quello che il senatore Pd Carlo Cottarelli ieri si è seduto in prima fila sia al Piccolo Teatro che alla convention con Renzi e Calenda al Teatro San Fedele? Majorino insiste che «la partita è aperta e noi giochiamo per vincere». Ha aperto la kermesse l'attivista iraniana Rayhane Tabrizi, sul palco il dem Emanuele Fiano a lanciare le solite ombre oscure sulla democrazia a rischio in caso di vittoria del centrodestra (anche se governa serenamente la Lombardia da 28 anni), la vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo, l'ex sindaco Giuliano Pisapia(«nelle città dove governiamo non parliamo ma troviamo soluzioni» dice). Majorino spera di vincere per «aiutare il Pd» in crisi tra Qatargate, primarie e botta elettorale alle Politiche «a rialzare la testa». E «possiamo essere noi quelli che realizzano davvero l'autonomia, il ministro Calderoli non avrà successo, apriamo invece dei tavoli per fare patti per condividere insieme gli obietti con Province e grandi città».

In platea c'è anche Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. In passato ha massacrato Sala su buche e piste. Ora spera che «con una giunta in regione dello stesso colore anche in Regione si possano fare passi avanti sulla mobilità». La speranza è l'ultima a morire.

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