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Milan, partenza lenta come un anno fa Ma affiorano i nervi e Allegri é deluso

Spogliatoio elettrico dopo la sconfitta. Allegri critico con Nocerino ed Emanuelson, rincalzi sotto le attese. Abbiati e Boateng irriconoscibili. A centrocampo senza più benzina ci sono sempre Van Bommel e Seedorf e con l'assenza di Gattuso sembra svanito lo spirito guerriero. Inter, Moratti firma la tregua: "Malumore, non rancore"

Milan, partenza lenta come un anno fa  
Ma affiorano i nervi e Allegri é deluso

Milano - «Mai parlare dopo una sconfitta». Al Milan non dimenticano le sane e buone abitudini del casato e lasciano che sia il tempo, qui inteso come sosta del campionato, a incaricarsi di suturare le ferite aperte. Le ferite ci sono e sono rappresentate da un vistoso deficit: per esempio mai vista una partenza così lenta dei campioni d’Italia in carica, l’ultimo precedente negativo è del Napoli, 21 anni prima. «Eppure il Milan ha solo 3 punti in meno rispetto a un torneo fa» riflettono ad alta voce quelli della Juve, i rivali incrociati sulla strada poco interessati al processo mediatico. Segnalazione esatta: alla quinta dell’anno scorso, dopo aver affrontato rivali di medio-basso calibro, Lecce, Cesena (due neo-promosse), Catania, Lazio e Genoa, Allegri racimolò appena 8 punti. «E col Genoa - il ricordo datato del livornese - ci salvò la pelle Abbiati oltre che una perla di gol di Ibrahimovic». Non è allora la posizione di classifica a inquietare Adriano Galliani, descritto domenica notte come infuriato a tal punto da disertare la cena allo stadio, prevista dal protocollo del dopo-partita, episodio quest’ultimo smentito dalla Juve, il padrone di casa. Riferite anche nel tumultuoso dopo Juve, voci di diffuso nervosismo, tipo qualche scarpa rossonera lanciata contro i muri degli spogliatoi, oppure lo scambio elettrico tra Allegri e Mauro dinanzi alle telecamere di Sky (tra di loro c’è un vecchio contenzioso mai sanato). Tutto nella norma dopo una sconfitta così secca. Sono gli altri conti che non tornano e lasciano sulla scia dei campioni tracce di malcontento diffuso e di preoccupazione per il futuro, rischiarato dalle notizie di recuperi preziosi per il dopo Nazionale, da Robinho ad Abate, passando per Ambrosini e forse Pato.
«Il peggior Milan dell’anno».

Max Allegri, capace di consolare i suoi nei giorni più difficili seguiti alla sconfitta di Palermo nel mese di marzo, è oggi un giudice severo dell’esibizione di Torino e del cedimento strutturale avvertito nel finale da tutta la squadra oltre che dalla difesa rimasta senza il pilastro Nesta (oggi la diagnosi ufficiale, si teme una distorsione del ginocchio). E sul suo umore probabilmente pesa anche qualche eccesso di critica sulla gestione delle risorse: per esempio l’utilizzo di Emanuelson nel finale di partita per tentare di nascondere la palla ed evitare l’assedio juventino, per esempio l’esclusione (in tribuna) del giovane El Shaarawy, per esempio la riconferma puntuale dello stremato Seedorf in luogo di Aquilani. Sono le famose critiche del giorno dopo, accompagnate da qualche pregiudizio di troppo specie se non si tiene conto della perdita di Yepes nell’allenamento di venerdì mattina (perciò il tecnico ha dovuto fare girare Bonera facendo intervenire Antonini appena Nesta si è arreso al dolore). Forse Allegri non ha gran fiducia nel giovane El Shaarawy ma siamo a un dettaglio insignificante.

Il problema principale tradito dal Milan di queste settimane è il più noto di tutti. Senza dieci-undici in infermeria, il tecnico non ha avuto possibilità di compiere delle scelte. Ha fatto ricorso al ristretto gruppo degli abili e arruolati, spremendo come limoni difensori, centrocampisti e attaccanti rimasti in piedi. Quando poi è toccato ai due rinforzi giunti dal mercato di agosto, Nocerino e Aquilani cioè, la resa non è mai stata soddisfacente. Il napoletano ha una cifra tecnica modesta (avvertita l’assenza dello spirito guerriero di Gattuso), il romano è reduce da una estate discutibile a Liverpool (inesistente la preparazione fisica), si è presentato perciò a Milanello con le gomme sgonfie. Pochi cambi a disposizione e quei pochi hanno garantito un rendimento ridotto.

Citazione inevitabile per Emanuelson che su twitter ha sfogato la sua delusione, «mi sento ancora male per l’esito della sfida con la Juve».

É stato lui l’oggetto di una censura aspra firmata in partita dallo stesso Ibrahimovic (ieri il suo compleanno numero 30 non è stato dei più felici). Ultimo aspetto: lo scadimento di forma e la perdita, tra Napoli e Juve, del furore agonistico che fu la benzina per giungere al traguardo dello scudetto numero 18. I giocatori simbolo Boateng e Abbiati.

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