La crisi geopolitica con le sue conseguenze sul caro energia ha effetti devastanti anche sui conti di Trenord la cui bolletta, ha denunciato il presidente di Fnm Andrea Gibelli in un incontro con il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli, vedrà un rincaro di almeno «30-40 milioni di euro in un anno». Un costo che rischia di mandare gambe all'aria il bilancio 2022 «soprattutto - denuncia Gibelli - se non arriveranno degli incentivi dal governo: non capisco perché debbano prenderli le industri energivore dell'acciaio e non quelle dei trasporti che per di più sono obbligate a fornire un servizio pubblico». E che, come nel caso di Trenord, non hanno ancora visto arrivare il miliardo di euro promesso per i «ristori». Più in generale evidenzia Gibelli che è anche presidente di Asstra (l'Associazione trasporti), il prezzo dell'energia elettrica, per alcune aziende di trasporto pubblico che svolgono servizi su gomma e su ferro con trazione elettrica, «ha registrato un aumento significativo andando a incidere sull'equilibrio economico e finanziario del settore». Nel primo semestre 2022 - secondo l'associazione - il prezzo medio dell'energia elettrica è salito «più del 100 per cento rispetto al 2019».
Passando ai progetti pensati in Lombardia e destinati a diventare un modello anche per le altre regioni, c'è anche quello dei treni a idrogeno in Valle Camonica, con le vetture già ordinate alla francese Alstom e un'ipotesi di primo viaggio già nel 2023. Quando, spiegano Gibelli e Morelli, «l'Ansfisa, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, avrà approvato i collaudi che richiederanno più tempo trattandosi della prima esperienza di questo tipo». A seguire i primi sei treni alimentati a idrogeno potranno percorrere la tratta Brescia-Iseo-Edolo dove, assicura Morelli, «nascerà il cluster con la prima Hydrogen Valley in Italia che metterà a sistema strutture industriali che potranno essere messe a sistema con la rete della mobilità».
Ma la presenza del viceministro Morelli è anche l'occasione per fare un punto sui prossimi progetti infrastrutturali destinati alla Lombardia con l'opportunità di un'accelerazione, sottolinea, dovuta alle scadenze imposte al territorio dall'arrivo dei fondi europei del Pnrr e della non lontana scadenza dell'Olimpiade Milano-Cortina. Tra i cantieri quello delle varianti di Tirano e Sondrio che dovranno evitare il calvario di chi vuole raggiungere le montagne lombarde, la strada statale Civate-Giussano e l'allargamento della Tangenziale milanese tra Linate e l'uscita Cam che rientra nell'urbanizzazione del nuovo quartiere di Santa Giulia. «Il risultato - spiega Morelli - dell'ottimo lavoro fatto da governo Draghi che ha imposto una cura dimagrante alla burocrazia». E, andrebbe aggiunto, con la decisione di imporre 60 commissariamenti stradali e 30 ferroviari. «Perché la Lombardia - gli fa eco Gibelli - ha fame di infrastrutture e non è possibile che per fare quello che in Europa si ottiene in un anno, in Italia quando va bene ce ne vogliano almeno due».
E proprio per questo Morelli, indossando a questo punto i panni del leghista di lotta e di governo, assicura che con il prossimo esecutivo che evidentemente già immagina di centrodestra, «il Codice degli appalti sarà chiuso in un cassetto e rivisto il più velocemente possibile». Perché con la ricostruzione lampo del ponte Morandi, l'Italia ha già dimostrato che «quando si vuole i tempi si possono bruciare».
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