Discoteche (chiuse) in rivolta. E stretta di Sala sull'asporto

Il sindaco: "Meglio aprire i locali da ballo in sicurezza". Confcommercio chiede divieti più soft in Garibaldi

Discoteche (chiuse) in rivolta. E stretta di Sala sull'asporto

Le discoteche (ancora) chiuse si ribellano. «Ci sentiamo abbandonati a un destino crudele, trattarci alla stregua di un rave party o associazione abusiva è molto penalizzante» si sfoga Alberto Baldaccini, socio dell'Hollywood, dopo che i locali da ballo sono stati esclusi dai locali che possono accogliere clienti a patto che mostrino il green pass. Il sindaco Beppe Sala su SkyTg24 li difende («sto con loro, bisogna metterli in condizione di lavorare»), avrebbe voluto «più coraggio dal governo Draghi. Facciamo dei test, Milano si era offerta, meglio aprirle in sicurezza che avere i ragazzi in giro per le strade con i residenti che protestano». Il direttore generale di Confcommercio Milano propone anche «un green pass speciale, più forte se serve» per ridare fiato ad una categoria che dopo 18 mesi di lockdown rischia di non risollevarsi. «Non esiste che siano ancora chiuse - insiste -, con il green pass si andrà in palestra, al cinema, al ristorante e intanto continueranno a proliferare discoteche e feste abusive. Aprire i locali in sicurezza, con requisiti aggiuntivi se occorre, evita anche gli assembramenti giovanili in strada, il caos in Darsena o in zona Garibaldi». L'altro tema caldo. Sala e Barbieri hanno incontrato due sere fa i gestori di corso Garibaldi che dalla scorsa settimana - dopo una breve sospensiva - sono di nuovo soggetti all'ordinanza anti movida che il sindaco ha firmato dopo che il Tar ha accolto il ricorso del condominio al civico 104. A settembre si attende il giudizio su un altro ricorso, ma la categoria chiede a Sala una misura tampone, meno severa, almeno fino a fine agosto. Ora sono soggetti allo stop all'asporto alle 22 e chiusura dei dehors alle 24. «Una decisione che crea disequilibri e concorrenza sleale pesante - ammette Barbieri - una quindicina di locali lungo 150 metri di strada devono chiudere a mezzanotte», peraltro quello che infastidisce di più i condomini è escluso, perchè la residenza cade in via della Moscova. «Bisogna lavorare su un'intesa che valga fino a nuova sentenza e tenga conto del diritto alla quiete ma anche al lavoro dopo 18 mesi di pandemia. I gestori si sono già muniti di vigilanza privata per il controllo delle presenze e degli avventori all'esterno del locale, chiedono più controlli dei vigili perchè alle 24 i giovani rimangono in zona anche se loro ritirano i tavoli, e va richiesta ad Anci Lombardia una modifica del piano di zonizzazione acustica che risale a 40 anni fa, è impossibile non sforare i 50 decibel di notte nella Milano di oggi, li supera anche un tram». Sui ristoranti costretti a controllare dal 6 agosto se i clienti sono muniti di green pass ammette: «Sarà un peso ulteriore ma lo accettiamo, a dimostrazione degli sforzi per la salute pubblica e nella speranza di evitare eventuali lockdown futuri».

Sulla possibilità di ammorbidire l'ordinanza anti movida Sala apre «ci spero» e aggiunge che sta «lavorando con la prefettura e i commercianti su un protocollo» che valga per tutte le zone della movida, Duomo/Mercanti, Garibaldi/corso Como/Monte Grappa, Darsena/Navigli, Brera, Colonne, piazzale Archinto, Lazzaretto/via Lecco/Melzo, Arco della Pace, Isola, Nolo, via Tortona e «che aiuti un po' di più, al di là dei divieti. Va fatta anche attività educativa, i locali sono disposti a investire su steward che spieghino che usare sostante non lecite è pericoloso e controllino il tema del disturbo, ma non escluso qualche stretta sull'asporto. E più controlli perchè non possiamo imporre lo stop ai bar e avere baracchini che arrivano quando chiudono in Garibaldi».

Il direttore generale di Fiera Milano Luca Palermo infine approva «la scelta delle istituzioni di introdurre l'obbligo del Green Pass per tutti gli operatori del settore fieristico: espositori, visitatori

e buyer. Ospitiamo ogni anno oltre 4,5 milioni di visitatori e 36mila aziende da ogni parte del mondo. Nella seconda parte dell'anno in calendario ci sono oltre 30 fiere. Dobbiamo garantire a tutti la massima sicurezza».

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