L'eritrea accoltellata era stata "comprata". Ma rifiutava le nozze

Le ragioni dell'aggressione di due giorni fa. La ragazza 20enne ferita è fuori pericolo

L'eritrea accoltellata era stata "comprata". Ma rifiutava le nozze

Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani né mai. Non che ci fosse bisogno di scomodare il Manzoni per raccontare questa storia di emancipazione femminile, ma la coincidenza (e la violenza) offerti dagli spunti della cronaca cittadina possono avere anche un certo potere storico-evocativo. E seppure stavolta Don Rodrigo e Lucia non c'entrano, anche per i «nostri» protagonisti - decisamente molto meno letterari e, va sottolineato, per niente lombardi (sono di origine eritrea) - era stato stipulato un vero e proprio contratto di matrimonio, senza però aver mai fatto i conti con la promessa sposa. Che si è mostrata una vera tosta: la signora infatti proprio non ne voleva e non ne vuole sapere di accondiscendere all'unione impostale a muso duro - seppur a suon di quattrini versati negli anni alla sua famiglia per suggellare il patto - da quel futuro aspirante coniuge, mai visto e conosciuto prima. Così, quando l'altro ieri i due si sono incontrati a Milano, in piazza della Repubblica (la polizia sostiene «casualmente», ma l'idea è che lui la seguisse da un po', o addirittura che la cercasse proprio per arrivare a un dunque e chiedere spiegazioni del suo comportamento) hanno cominciato a litigare perché la giovane donna continuava a non volerne sapere di sposare lo sconosciuto e non ha esitato a ripeterglielo anche vis à vis. L'uomo non ci ha visto più, ha tirato fuori il coltello e l'ha colpita due volte al petto.

Ieri mattina la vittima, una eritrea di vent'anni, si è risvegliata in ospedale, al Fatebenefratelli, dopo un intervento al polmone che, durante l'aggressione, aveva subìto una lesione di una certa gravità. Sta bene, non corre più pericolo di vita e nelle prossime ore, non appena le sue condizioni fisiche lo permetteranno, potrà essere interrogata dai poliziotti dell'Upg guidati da Gianluca Cardile e che hanno seguito l'intera vicenda. Il suo feritore, un connazionale di 36 anni - che a questo punto in moglie non l'avrà mai, men che meno ora che ha cercato di ammazzarla - si è risvegliato invece a San Vittore dove si suppone sia destinato a restare per un po' con l'accusa di tentato omicidio (fermo convalidato dalla Procura).

In questura, intanto, l'intera vicenda, il cui funesto epilogo - in centro città, in pieno giorno e per giunta in mezzo alla piazza, dal lato di via Vittorio Veneto - mercoledì aveva creato molto allarme, è stata illustrata con dovizia di particolari dai tre eritrei testimoni dell'assalto e che in quel momento, quando l'aspirante sposo l'ha raggiunta in piazza della Repubblica, si trovavano in compagnia della donna di cui sono anche parenti.

Anche lui, l'aggressore, ha fornito però la sua versione dei fatti. Spiegando come, da tempo residente regolarmente in Germania, abbia aspettato lì che la sposa promessa lo raggiungesse. Un'attesa rivelatasi vana e che per questo l'ha spinto a passare, per così dire, alle maniere forti.

Saputo che la ragazza era arrivata a Milano i primi di agosto, ospite di un gruppo di amici, il 36enne quindi l'ha cercata per giorni all'interno della comunità eritrea, particolarmente numerosa nella zona di Porta Venezia compresa tra corso Buenos Aires e via Lecco. «Io ti ho comprata! Ho versato alla tua famiglia una somma di denaro anni fa, prima di raggiungere l'Europa!» le avrebbe gridato quando l'ha notata in piazza della Repubblica. Ma non c'è stato nulla da fare.

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