Agressione in Duomo, l'egiziano aveva smesso cure psichiatriche

L'uomo aveva smesso le cure da qualche tempo. Soffriva di depressione e turbe psichiche

Agressione in Duomo, l'egiziano aveva smesso cure psichiatriche

Nuovi elementi stanno aiutando gli inquirenti a fare un quadro della personalità di Mohamed Zin Elaabdin Elhosary Mahmoud, il 26enne egiziano che l'altro giorno è entrato in Duomo a Milano e avvalendosi di un coltello ha minacciato una guardia giurata costringendola a inginocchiarsi (guarda il video).

L'egiziano soffre di problemi psichici

Secondo quanto emerso si tratterebbe di una persona con gravi turbe psichiche e soggetto a forte depressione. Durante l’interrogatorio, appena conclusosi nel carcere di San Vittore, il 26enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. A coordinare le indagini condotte dalla Digos, Alberto Nobili, pm e capo del pool antiterrorismo di Milano. Secondo quanto si è appreso l’uomo avrebbe continuato a delirare anche dopo essere stato arrestato.

Nel 2016 era già stato fermato all’aeroporto di Malpensa accusato di tentata rapina e aveva scontato 4 mesi dietro le sbarre. Una volta riacquistata la libertà aveva deciso di tornare in Egitto, sua Terra d’origine, dove vive ancora parte della sua famiglia. Nel Paese africano avrebbe anche seguito un iter psichiatrico durato circa un anno. Lo aveva però poi abbandonato per fare ritorno in Italia e cercare un lavoro, continuando comunque a proseguire le cure che stava seguendo in Egitto. Da qualche tempo aveva scelto di interrompere l’assunzione dei farmaci e di farsi aiutare in un percorso psichiatrico. Era poi ricaduto in forti depressioni e ansie che lo hanno forse portato al folle gesto compiuto l'altro ieri in Duomo.

Necessaria una perizia psichiatrica

Anche questa mattina, durante l’interrogatorio avrebbe detto frasi sconclusionate e asserito di essere stato drogato da qualcuno. Alla fine il suo avvocato, Costanza Pedrotti, ha consigliato all'uomo di avvalersi della facoltà di non rispondere e di chiedere, in accordo con i magistrati, di ricominciare a essere supportato da un aiuto psicologico all’interno del carcere dove è al momento rinchiuso. Per ora sarebbe comunque stata esclusa la pista terroristica sulla quale stavano indagando gli inquirenti ma procedono ulteriori accertamenti in proposito. I suoi familiari si sono messi in contatto con la magistratura al fine di fornire tutte le cartelle cliniche in loro possesso.

Nelle prossime ore il giudice Raffaella Mascarino si pronuncerà in relazione alla convalida dell'arresto e alla misura cautelare in carcere richiesta dai pm per resistenza e sequestro di persona. L'uomo nei prossimi giorni verrà ascoltato nuovamente ma sarà necessaria anche una perizia psichiatrica. I suoi parenti lo hanno descritto come un bravo ragazzo con problemi a relazionarsi con le altre persone.

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