Cronaca locale

Sfratti, la sinistra aggiunge uno zero: la prefettura svela la verità

Caos nel comune di Sesto San Giovanni, dove il numero effettivo di sfratti certificato da sindato è prefetto è di 64 e non 640

Sfratti, la sinistra aggiunge uno zero: la prefettura svela la verità

Da settimane a Sesto San Giovanni infuria la polemica per gli sfratti, sostenuta dai consiglieri dell'opposizione e dai sindacati. È stato spesso riferito, anche ai media, che sono 640 le persone a rischio fratto nel comune dell'hinterland di Milano, dato che però viene seccamente smentito dal sindaco Roberto Di Stefano, che da tempo ha avviato un tavolo permanente per la risoluzione del problema, al quale partecipa anche la prefettura di Milano.

"Il prefetto ha accolto la nostra proposta di far sì che le misure messe in atto abbiano il tempo necessario per dare i loro frutti prima di arrivare alle esecuzioni degli sfratti", spiega Roberto Di Stefano, sottolineando che la sua amministrazione ha "concordato la possibilità di prendere contatto con le famiglie sotto sfratto prima dell’ultimo accesso dell’ufficiale giudiziario in modo da comprenderne le fragilità e, in caso di morosità incolpevole, studiare le soluzioni percorribili per il superamento delle difficoltà".

Il sindaco, che sta lavorando per trovare una soluzione adeguata al problema, ha puntato il dito contro l'opposizione, che su questo grave problema cerca di imbastire una campagna elettorale. "Non c’è nulla di più indegno, da parte di qualcuno, che utilizzare le fragilità e i problemi delle persone per farsi una personale campagna elettorale. Questa amministrazione ha sempre vigilato perché gli aiuti e i supporti venissero dati senza discrezionalità. Avevo scelto di non intervenire su questi temi, di mantenere il riserbo tipico di chi lavora sodo per trovare soluzioni, preferendo fatti concreti a inutili uscite su social che null’altro hanno da scrivere se non scoop che si sciolgono come neve al sole. Usare numeri allarmistici senza dare a questi numeri un senso è, dal mio punto di vista, immorale", ha aggiunto Roberto Di Stefano.

E le strumentalizzazioni di cui parla il sindaco riguardano proprio il numero dei destinatari dei decreti di sfratto esecutivo, per i quali la stessa prefettura ha comunicato che sono "64 di cui 11 già eseguiti nel 2021, quindi 53 quelli che stiamo gestendo, e non 640 come continuamente viene riportato dalla sinistra che preferisce confondere i cittadini creando di proposito tensioni sociali piuttosto che cercare soluzioni".

Proprio per risolvere queste situazioni incresciose, il sindaco De Stefano ha spiegato che "Cinque sono i bandi aperti dall'amministrazione comunale, sia misure riparative agli sfratti sia preventive per quanto riguarda le difficoltà economiche: 250.000 euro per il sostegno agli affitti covid, 462.000 euro per la morosità incolpevole, 242.000 euro per i canoni e le utenze domestiche, 100.000 euro per il rilascio forzoso dell’immobile in assenza di contratto, 60.000 euro per il sostegno all’affitto dei pensionati. Non solo: è stata attivata anche una manifestazione d’interesse per cercare proprietari privati disposti ad affittare i loro immobili a canoni calmierati".

Inoltre, Aler ha messo a disposizione a Sesto San Giovanni 35 alloggi a canone concordato, che si sommano ai 28 del bando Sap attualmente aperto e alla trentina circa che tra marzo e aprile ilo Comune conta di mettere a bando (sempre Sap). Nonostante questo, prosegue il sindaco, "c’è chi mente sapendo di mentire e parla di 100 appartamenti che il Comune non vorrebbe mettere a bando: falsissimo! Gli immobili vuoti sono inagibili e vanno riqualificati perché lasciati in pessime condizioni dai precedenti inquilini: proprio in questa direzione saremo in grado di poter assegnare a breve 37 alloggi che stiamo sistemando".

È una presa di posizione netta quella di Roberto Di Stefano, che nel suo comunicato ci tiene a sottolineare che "nessuna famiglia che abita nelle case comunali è sotto sfratto".

Il lavoro del Comune, come assicurato dal sindaco, proseguirà anche nelle prossime settimane per trovare soluzioni che siano percorribili per tutte le parti in causa.

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