Conservatori sconfitti alle suppletive: Johnson perde un collegio in mano ai Tory da 200 anni

La candidata liberaldemocratica Helen Morgan ha vinto con il 47% dei consensi in Gran Bretagna, quasi 6mila voti di vantaggio sull’avversario

Il premier Boris Johnson

È stata una roccaforte dei conservatori britannici per ben duecento anni, prima di cadere nelle mani dei liberaldemocratici. La sconfitta schiacciante del candidato Tory Neil Shastri-Hurst alle elezioni suppletive nello storico collegio di North Shropshire era già nell’aria, ma ha fatto molto rumore in Gran Bretagna. A uscirne con le ossa rotte è il premier Boris Johnson, la cui leadership scricchiola giorno per giorno. La candidata liberaldemocratica Helen Morgan ha vinto con il 47% dei consensi, quasi 6mila voti di vantaggio sull’esponente dei conservatori, un dato inequivocabile che rischia di spostare gli equilibri politici futuri.

La vincitrice ha dichiarato che tira un’aria nuova nel Paese. “Gli elettori – ha affermato – hanno inviato un messaggio forte e chiaro a Johnson, la festa è finita”. Subito dopo lo spoglio delle schede Helen Morgan ha utilizzato tono trionfalistici.“Il vostro governo, basato su bugie e spavalderia – ha aggiunto – sarà ritenuto responsabile. Può e sarà sconfitto”. Sono trascorsi appena due anni dal trionfo alle elezioni politiche, vinte sulla promessa di realizzare la Brexit, ma ora il 57enne Johnson, rischia una mozione di sfiducia per sostituirlo alla guida della maggioranza e quindi al governo.

Tutto ciò è accaduto in un momento di grande confusione. L’Inghilterra si trova ad affrontare un grosso focolaio di Covid-19 a causa della variante Omicron, con oltre 88mila nuovi casi, un record per il Paese. La sconfitta alle elezioni suppletive, con molta probabilità, spingerà un nutrito gruppo di parlamentari a presentare una lettera di sfiducia nei confronti del premier Johnson, con la conseguenza di una conta interna al partito conservatore che potrebbe rimuoverlo dal prestigioso incarico. La stessa cosa avvenne con Theresa May estromessa a metà del 2019 dopo che i parlamentari, tra cui Johnson, avevano votato contro il suo accordo sulla Brexit in Parlamento.

Negli ultimi giorni, Johnson si è dovuto difendere dalle accuse che gli sono state rivolte per le decisioni assunte sull’incremento di casi di Coronavirus nel Paese. Il premier ha negato di aver introdotto di nascosto una sorta di lockdown in Inghilterra in vista delle festività natalizie, ma di aver solo invitato i cittadini alla cautela.

Nel Paese c’è il timore che le scelte di Johnson, la cui popolarità è in caduta libera, possano creare ulteriori danni economici ed è per questo motivo che è cominciata l’opera di logoramento nei suoi confronti.

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