La Germania è davvero riuscita a contenere l'ultima ondata di Sars-CoV-2? È questa la domanda che si fanno gli esperti, mentre gli ultimi bollettini epidemiologici descrivono una situazione in netto miglioramento. Contagi in calo in tutto il Paese, così come è in discesa anche l'incidenza settimanale per 100mila abitanti. Nel giorno di Natale sono stati registrati appena 10.100 nuovi casi di Covid-19 e 88 decessi, contro i 44.927 del 23 dicembre, i 45.659 del 22 e gli oltre 51mila nei sette giorni precedenti.
Calo di casi reale o percepito?
Per quanto riguarda l'incidenza settimanale, il Robert Koch Institute (RKI), il centro epidemiologico tedesco, ha sottolineato che il valore è arrivato a toccare quota 220,7 per 100mila abitanti. Anche qui, andando a ritroso, notiamo un calo non da poco: un giorno fa, lo stesso valore si attestava intorno a 242,9 e la settimana precedente a 315,4. Numeri che dovrebbero far sorridere, eppure non tutti se la sentono di rilassarsi. I provvedimenti presi da Berlino, su tutti il lockdown per i non vaccinati, a quanto pare ha prodotto gli effetti desiderati.
Eppure, se da un lato i dati descrivono uno scenario in netto miglioramento, è pur vero che durante le festività natalizie c'è stato un rallentamento delle operazioni di tracciamento, e in alcuni luoghi addirittura la loro definitiva sospensione. Nel Baden-Württemberg, nelle aree di Berlino e di Amburgo, ad esempio, le autorità hanno interrotto le attività. La macchina sanitaria tedesca, dunque, si sta limitando quasi esclusivamente all'individuazione e alla registrazione delle infezioni rilevate quotidianamente, in attesa di ripartire a pieno regime.
Dall'altro è importante fare un'altra considerazione. Al netto dei bollettini, la sensazione è che la Germania sia riuscita a controllare l'ondata provocata dalla variante Delta. Secondo quanto riportato dal sito Ourworldindata.org, risulta infatti in calo sia il numero settimanale di nuovi ricoveri per Covid, sia quello inerente all'ingresso nelle terapie intensive. In ogni caso, resta forte l'attenzione sull'arrivo di una quinta ondata provocata dalla Omicron, che potrebbe esplodere all'inizio di gennaio, secondo quanto ha affermato il ministro della Salute Karl Lauterbach in una intervista.
L'avvertimento del Koch Institute
Il RKI sostiene tuttavia che l'attuale sviluppo pandemico sia ancora molto preoccupante. "Il numero di malattie gravi e decessi rimarrà ad un livello elevato, mentre a livello regionale le capacità di trattamento intensivo disponibili saranno superate", ha scritto l'istituto. Gli esperti tedeschi, come detto, temono il contraccolpo provocato da Omicron, variante ormai presente in tutti i Laender. Per questo chiedono di aumentare il tasso di vaccinazione e di intensificare le misure di restrizione dei contatti utilizzando la mascherina e prendendo ogni precauzione possibile. "La riduzione massima delle trasmissioni è necessaria anche per rallentare la prevista diffusione della variante Omicron", sostengono, ancora, gli epidemiologi tedeschi. Insomma, il calo di contagi appare evidente ma non è abbasanza rapido per far tirare un sospiro di sollievo alle autorità.
Al 21 dicembre, il 74% della popolazione era stato vaccinato almeno una volta e il 71% risultava completamente vaccinato; il 34%, invece, ha già ricevuto una vaccinazione di richiamo.
Altri numeri interessanti per capire la situazione tedesca: i dieci distretti con il maggior numero di nuovi contagi si trovano in Turingia e Brandeburgo. Nessun distretto ha un'incidenza di sette giorni superiore a 1000. Nel distretto di Ilm-Kreis (Turingia), il valore è 966.8 ed è quindi il più alto della Germania.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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