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Allarme "cristianofobia" in Francia: profanata una chiesa al giorno

L'allarme dei media conservatori sull'ondata di cristianofobia che sta colpendo la Francia. Nove le chiese vandalizzate dall'inizio di gennaio. A Nanterre i partecipanti ad una processione per l'Immacolata sono stati minacciati di morte in nome del Corano

Allarme "cristianofobia" in Francia: profanata una chiesa al giorno

Secondo i dati del ministero dell’Interno francese nel 2021 sono stati 686 gli episodi di violenza contro i cristiani in Francia, e almeno 450 le chiese profanate. Una media di quasi due attacchi al giorno. Si va dagli atti di vandalismo, ai furti di ostie consacrate, fino alle minacce di morte per i fedeli. L’8 dicembre scorso, per dirne una, una trentina di parrocchiani che si erano riuniti in processione a Nanterre per la festa dell’Immacolata sono stati aggrediti, insultati e minacciati di morte al grido di "kuffar", "infedeli". Qualcuno, secondo la ricostruzione dell’emittente Cnews, avrebbe urlato: "Giuro sul Corano che ti sgozzo". Qualcun altro avrebbe strappato di mano la fiaccola ad un fedele e l’avrebbe lanciata sugli altri partecipanti.

A confermarlo, ai microfoni della stessa emittente, è stato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, alle prese con un fenomeno che sembra aver assunto le proporzioni di una vera e propria emergenza. Dal primo gennaio sono già nove gli episodi denunciati in tutta la Francia. A Poitier, nel dipartimento della Vienne, le profanazioni sono state due nel giro di pochi giorni. La prima, nella chiesa di Saint-Porchaire, in una zona pedonale del centro della città. Due uomini europei sulla trentina, racconta chi ha assistito alla scena, sono entrati e hanno gettato a terra infrangendola una statua del Sacro Cuore di Gesù alta circa un metro, prima di darsi alla fuga.

A distanza di cinque giorni, il 6 gennaio, ad essere presa di mira è stata un’altra chiesa, quella di Sainte-Thérèse, nel quartiere di Bel-Air, a meno di due chilometri da Saint-Porchaire. Qui qualcuno si è introdotto dopo la chiusura per decapitare "accuratamente" almeno sei statue che si trovavano all’interno: una riproduzione di santa Teresa, e cinque personaggi del presepe, tra cui la Madonna, San Giuseppe, uno dei re magi, il bue e Gesù Bambino. "Mi ha fatto pensare a quello che succede in Afghanistan, anche lì tagliano le teste", ha detto al settimanale conservatore Valeurs Actuelles il parroco 81enne, padre Albert Jadaud.

Eppure non serve arrivare così lontano per assistere alle decapitazioni degli "infedeli". Basta tornare indietro al luglio del 2016 quando il parroco della chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray, padre Jacques Hamel, fu sgozzato da due fondamentalisti, Adel Kermiche e Abdel Malik Petitjean, mentre stava celebrando la messa. Il 29 ottobre del 2020, invece, fu Brahim Aoussaoui, 21enne tunisino, a decapitare una donna, ferirne a morte un’altra e a sgozzare il sacrestano nella basilica di Notre-Dame a Nizza. Dieci giorni prima ad essere decapitato da un islamista di origini cecene, Abdoullakh Anzorov, di appena 18 anni, era stato Samuel Paty, professore in un liceo di Conflans-Sainte-Honorine, nell’hinterland parigino. Ecco perché gesti come quello compiuto nella chiesa di Santa Teresa a Poitiers fanno rabbrividire.

Inoltre, ha raccontato il sacerdote allo stesso settimanale, i vandali hanno lasciato una candela accesa su uno dei banchi, con il rischio che potesse divampare un incendio. Il 5 gennaio, invece, è stata la volta della basilica di Saint-Denis, famosa per ospitare le tombe dei re di Francia. Uno dei luoghi simbolo della cristianità, preso di mira da uno squilibrato che, armato di spranga, ha spaccato tre statue e alcune vetrine. Non è la prima volta che succede. La stessa chiesa era stata vandalizzata già un paio di anni fa, nel 2019. Allora furono riportati danni alle vetrate e all’organo. Sempre all’inizio dell’anno a Genouilly, qualcuno si è introdotto nella chiesa di Saint-Symphorien per spaccare il tabernacolo e rubare due calici con all’interno le ostie consacrate.

Altre due chiese, quella di Saint-Pierre a Bondy, e quella di Saint-Germain-l'Auxerrois a Romainville, nel dipartimento della Senna-Saint-Denis, sono state profanate nelle scorse settimane. Sul posto si era recato anche il ministro dell’Interno, che in un tweet aveva espresso "sostegno ai cattolici francesi" per gli attacchi che si sono susseguiti nei giorni scorsi, annunciando l’apertura di diverse inchieste per identificare gli autori di quelli che definisce "atti inaccettabili".

Dell’ondata di "cristianofobia" che sta investendo la Francia, però, non si parlerebbe abbastanza secondo la giornalista e opinionista di Valeurs Actuelles, Charlotte d’Ornellas. La cronaca degli eventi, ha osservato, viene raccontata soltanto sulle pagine dei quotidiani locali.

"La chiesa francese sembra avere paura di dire quello che succede", ha sottolineato ai microfoni di Cnews, denunciando la "reazione inesistente" delle autorità ecclesiastiche e dei media francesi.

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