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Il duro attacco di Grillo al G7 e alla Nato

Grillo ripropone le riflessioni di Andrea Zhok: "Quando le èlite economiche occidentali percepiscono qualche minaccia scatta il riflesso condizionato: chiamano alle armi la plebe a 'difendere i nostri valori'"

Il duro attacco di Grillo al G7 e alla Nato

Pesantissimo attacco di Beppe Grillo nei confronti del G7 e della Nato, dove il neo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ed altri leader politici hanno alzato i toni nei confronti di Russia e Cina. Un comportamento che, come si legge sulla pagina Facebook del garante del Movimento 5Stelle, ricorda tristemente i modelli comunicativi impiegati durante la guerra fredda.

Il post sui social

Hanno lasciato il segno le parole del 46esimo presidente degli Usa nel corso del G7 e del successivo vertice della Nato. Durante l'incontro con il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, l'attuale inquilino della Casa Bianca ha annunciato il pugno duro nei confronti di Cina e Russia, definite come "due nuove sfide". "Voglio che l'Europa sappia che gli Usa ci sono. Abbiamo la Russia che non agisce nel modo in cui speravamo, così come la Cina", ha dichiarato Joe Biden. E ancora: "Dirò a Putin che ci sono delle linee rosse da non superare. Difenderemo l'integrità territoriale dell'Ucraina. Non cerchiamo il conflitto con la Russia ma risponderemo". Parole, quelle del presidente degli Stati Uniti, che hanno naturalmente provocato la piccata risposta della Cina.

A criticare pesantemente le affermazioni che sono state fatte al G7 ed al vertice della Nato (in entrambe le occasioni Cina e Russia sono state tirate in ballo) è anche Beppe Grillo, che su Facebook ha postato alcune riflessioni tratte da un articolo pubblicato dall'accademico Andrea Zhok proprio sul blog del comico genovese. "Negli ultimi due giorni abbiamo assistito ad una parata ideologica come non se ne vedevano dalla caduta del muro di Berlino", scrive il docente di Antropologia filosofica e Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano. "Il G7 prima e la riunione della Nato poi hanno colto l’occasione per sparare a palle incatenate contro il 'nemico' nelle vesti di Russia e Cina. Il messaggio veicolato dai leader occidentali capitanati dal 'mite' Biden è che ci siamo 'noi', l’Occidente, e poi ci sono 'loro', gli 'altri', dalla cui aggressività ci dobbiamo difendere e che minacciano 'i nostri valori'. A più riprese, vari leader, dal segretario della Nato Stoltenberg al presidente Draghi hanno ripreso questo punto: 'dobbiamo difendere i nostri valori'".

Modello "guerra fredda"

Preoccupano, dunque, le affermazioni del G7 e della Nato, paragonate al modello argomentativo "della 'guerra fredda', dove i popoli occidentali erano chiamati a difendere la propria identità valoriale di fronte agli attacchi del perfido nemico trinariciuto". Qualcosa su cui è bene scherzare poco, secondo Zhok, dal momento che "davanti ad un appello identitario a base valoriale per la difesa dal nemico è opportuno drizzare le orecchie".

"Questo è il tipo di discorso che tipicamente serve a preparare la manovalanza plebea ai 'sacrifici della guerra per difendere ciò che è più sacro'", prosegue l'articolo del professore, che continua: "Quando le èlite economiche occidentali percepiscono qualche minaccia al proprio stile di vita scatta il riflesso condizionato: dalla Prima Guerra Mondiale alla guerra del Vietnam, chiamano alle armi la plebe a 'difendere i nostri valori'. Al contempo procedono a dipingere il nemico in termini caricaturali e disumanizzanti, in modo da farne risaltare la profonda incolmabile diversità antropologica.

Un grande classico, e funziona sempre".

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