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Podcast no vax, anche Harry e Meghan contro Spotify

Harry e Meghan si dicono preoccupati per la scelta di Spotify di dare spazio a un comico no vax, accusato di diffondere fake news tramite il suo podcast

Podcast no vax, anche Harry e Meghan contro Spotify

Harry e Meghan stanno facendo della lotta alla disinformazione un vero e proprio cavallo di battaglia. Per questo motivo hanno espresso una certa perplessità in merito alla scelta di Spotify, con cui hanno un contratto milionario, di inserire tra i suoi podcast quello del comico no vax Joe Rogan.

Lo scetticismo dei Sussex

Harry e Meghan si sono ribellati alla scelta di Spotify di dare spazio a Joe Rogan, un famoso comico statunitense criticato per le sue teorie no vax e accusato di diffondere tramite il suo podcast, The Joe Rogan Experience, fake news e teorie complottiste sulla pandemia che hanno come scopo convincere le persone a non vaccinarsi. Nel 2020 Rogan ha firmato con la piattaforma un contratto da 100 milioni di dollari, ma le idee che diffonde hanno spaventato il mondo della scienza. Le critiche a Spotify non si sono fatte attendere e 270 tra medici e scienziati hanno espresso con forza il loro scetticismo in una lettera aperta all’azienda svedese, accusandola di veicolare informazioni e messaggi sbagliati che potrebbero danneggiare il lavoro della scienza e la fiducia dei cittadini nei vaccini e nelle istituzioni.

Joe Rogan, tra l’altro, si è ammalato di Covid lo scorso settembre, ma ha detto di essersi curato con l’ivermectina(usata per eliminare i parassiti dagli animali), un farmaco che non serve a niente contro il Covid, come hanno spiegato gli scienziati. Harry e Meghan non sono rimasti in silenzio e lo scorso 30 gennaio, attraverso un comunicato, hanno fatto sapere: “Centinaia di milioni di persone possono essere danneggiate dalla cattiva informazione ogni giorno. Lo scorso aprile abbiamo iniziato a esprimere preoccupazione ai nostri partner di Spotify per le conseguenze fin troppo reali della disinformazione sul Covid sulla piattaforma. Contiamo su Spotify per apportare delle modifiche e continueremo a lavorare insieme se lo farà”. Quella dei Sussex è una dichiarazione piuttosto forte. La conclusione della nota ufficiale farebbe pensare che la coppia stia prendendo in considerazione l’idea di interrompere la collaborazione con Spotify se la situazione rimarrà inalterata.

Le ragioni (e qualche torto) di Harry e Meghan

I duchi si sono limitati, per ora, alla minaccia di abbandonare Spotify. I cantautori Neil Young e Joni Mitchell, invece, sono andati ben oltre, chiedendo che la loro musica venisse rimossa dalla piattaforma streaming. Young è stato molto chiaro: “Le false informazioni sui vaccini fanno morire le persone, quindi o Young o Rogan”. Alla sua protesta si è unita Joni Mitchell che, sul suo sito, ha scritto un messaggio dal titolo “Io sto con Neil Young!”: “Ho deciso di rimuovere tutta la mia musica da Spotify. Persone irresponsabili stanno diffondendo bugie che costano la vita alle persone. Sono solidale con Neil Young e con le comunità scientifiche e mediche di tutto il mondo su questo argomento”.

Come ricorda il Corriere della Sera Young e Mitchell, oltre a essere amici, hanno contratto la poliomielite poco tempo prima della scoperta del vaccino (il primo fu sviluppato da Jonas Salk nel 1954, mentre la sperimentazione di quello di Albert Bruce Sabin iniziò nel 1957). Harry e Meghan, invece, hanno sempre lottato a favore di un accesso equo alla vaccinazione. Alla fine di ottobre 2021 hanno sottoscritto una lettera indirizzata ai leader del G20 riuniti a Roma e firmata dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: “…Molte nazioni non hanno neanche abbastanza vaccini per il personale sanitario, il mondo si chiede, dove sono quelle dosi?...Dei circa 7 miliardi di dosi di vaccino inoculate solo il 3% ha raggiunto le persone che vivono nei Paesi a basso reddito. Il resto dov’è?”.

Non solo. Il principe Harry, nel dicembre 2021, in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids, ha condiviso un filmato in cui accusa “l’avidità” delle case farmaceutiche e il “fallimento politico” di aver dilatato i tempi della pandemia. Il duca di Sussex ha anche chiesto che le aziende condividano i brevetti in modo da consentire anche alle nazioni più povere l’accesso ai vaccini. Tuttavia dobbiamo ricordare che Spotify aspetta la realizzazione dei progetti di Harry e Meghan da circa un anno e mezzo.

Possibile che la lotta, giustissima e molto importante, dei duchi a favore della vaccinazione e contro le fake news, nasconda (magari in minima parte) anche il loro desiderio di evitare obblighi contrattuali e porre fine alla collaborazione con la piattaforma a cui non riescono (forse per inesperienza) a consegnare i lavori promessi? Vedremo.

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