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Scatta l'allarme aviaria negli allevamenti intensivi

Un'ondata di influenza aviaria preoccupa gli esperti. Milioni di vittime tra fauna selvatica e allevamenti intensivi

Scatta l'allarme aviaria negli allevamenti intensivi

Sono mesi che in tutto il mondo si stanno susseguendo focolai di influenza aviaria. Secondo l'Istituto federale di ricerca tedesco per la salute degli animali (Friedrich Loeffler Institut ndr) si è diffusa molto rapidamente grazie alle migrazioni, facendo milioni le vittime tra fauna selvatica e allevamenti intensivi.

In Galilea c’è stata una strage di oltre 7 mila esemplari di gru. Prima ancora l’Italia dove a novembre a scopo precauzionale per l’alta patocità, sono stati milioni gli animali abbattuti, a fronte di 102 focolai, che avevano infettato tacchini, quaglie, polli e galline all’interno di allevamenti intensivi di Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Già all’epoca il CNR che aveva seguito l’evoluzione dell’influenza arrivata nel nostro Paese in ottobre, aveva messo in guarda sulla situazione: “In rapida evoluzione anche a livello europeo, con crescente aumento del numero di focolai confermati da virus HPAI, sottotipo H5, in volatili selvatici e nel pollame domestico in diversi Paesi”.

Un caso sta suscitando l'interesse dei ricercatori. Un allevatore, Alan Goslin, avrebbe contratto il virus accudendo 160 anatre nella sua casa di Buckfastleigh, in Gran Bretagna. Al momento l'uomo sta bene, ma è stato posto in stretto isolamento e le sue anatre, che considerava parte della famiglia, sono state abbattute. Rintracciati tutti i suoi contatti personali, compreso chiunque abbia visitato la sua casa, o sia passato nei dintorni, ma al momento non risultano altre persone infette, neanche tra i suoi stretti familiari.

Parole rassicuranti arrivano dall’Università di Liverpool dove il professor Paul Wigley, ha affermato che la probabilità per la trasmissione umana dovrebbe essere bassa. "L'influenza aviaria come il sierotipo H5, è estremamente infettiva per gli uccelli, ma è molto improbabile che possa trasmettersi da persona a persona". "Attualmente non ci sono prove che questo ceppo rilevato nel Regno Unito possa diffondersi da persona a persona, ma sappiamo che i virus si evolvono continuamente e continuiamo a monitorare la situazione da vicino", sono state invece le parole del direttore scientifico dell'UKHSA (l’agenzia inglese per la sicurezza della salute ndr) professoressa Isabel Oliver. Le specie maggiormente colpite al momento sono oche, anatre e cigni. Di questi ultimi, nonostante i controlli preventivi, sono stati trovati due esemplari morti a Windsor, di proprietà della Regina Elisabetta.

Che cosa è l’influenza aviaria

Si tratta di una malattia infettiva causata da un virus (dalle caratteristiche simili al Coronavirus) che si diffonde fra gli uccelli acquatici, che migrando può essere trasmessa a lunghissime distanze creando focolai sparsi in ogni parte del pianeta. Apparsa per la prima volta nel 2004, si diffuse rapidamente dal sud-est asiatico dove era nata, in molte parti del mondo creando una vera e propria Pandemia, tra le specie volatili sia selvatiche che da allevamento. Ci furono però anche molte vittime tra gli esseri umani, venuti a contatto con animali morti o con i loro escrementi.

La situazione attuale

Secondo i dati riportati da greenme, in Europa tra l’inizio di ottobre e la fine di dicembre, si sono registrate 675 infezioni di uccelli selvatici e 534 focolai in allevamenti. Inoltre ci sono stati casi di influenza aviaria anche in alcuni mammiferi, come le volpi rosse (nei Paesi Bassi e in Finlandia), le foche grigie (in Svezia), le foche (in Germania) e le lontre (in Finlandia). I Paesi Bassi hanno annunciato l'abbattimento di circa 190.000 polli in due allevamenti vicini nell'est del Paese. Si tratta del secondo focolaio segnalato in un settimana, dopo che una scoperta simile nella provincia settentrionale della Frisia, aveva portato all'abbattimento di circa 225.000 polli. Solo a dicembre la Francia ha abbattuto oltre 600mila polli, anatre e altri volatili da cortile.

Per quanto riguarda il resto del mondo, gli animali più colpiti sono stati quelli degli allevamenti intensivi. Abbiamo già parlato di Israele che si è visto costretto dopo la moria delle gru, ad abbattere migliaia di animali sani per contenere la diffusione del virus. All'agenzia di stampa tedesca DPA alcuni ricercatori hanno detto che : "Non sembra esserci una fine in vista.

I paesi colpiti vanno dalla Finlandia, alle Isole Faroe, all'Irlanda, dalla Russia al Portogallo". In Italia, i dati dell'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) mostrano quasi quattro milioni di uccelli morti nel Paese, a causa dell'influenza aviaria, tra la metà di ottobre e il 26 dicembre.

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