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"Epstein e la complice? Due predatori sessuali": prime rivelazioni al processo Maxwell

Durante il primo giorno del processo a carico della Maxwell l'accusa si è focalizzata sulla coppia Epstein/Maxwell, definendoli "partners criminali"

"Epstein e la complice? Due predatori sessuali": prime rivelazioni al processo Maxwell

Si è aperto ieri 29 novembre il processo a carico della complice di Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell. La ricca ereditiera britannica rischia fino a 80 anni di carcere per traffico di minore, spergiuro e istigazione alla prostituzione di minori.

Data la gravità dei reati e dei personaggi coinvolti nello scandalo Epstein, il processo alla Maxwell sta avendo una risonanza mediatica così forte che il giudice Alison Nathan ha predisposto sei sale da cui il pubblico e la stampa possono seguirne l’andamento. Come riporta l'Agi, l'accusa, presieduta dal sostituto procuratore Lara Pomerantz, ha iniziato il primo giorno di processo analizzando la coppia Epstein/Maxwell e definendoli “partners criminali”. "Promettevano il mondo a queste ragazze, provenienti da famiglie disagiate”, ha affermato la Pomerantz. E ancora: “Immaginavano cosa desiderassero di più dal futuro e glielo promettevano. Le facevano sentire speciali, ma era solo una copertura”.

La procuratrice ha poi spiegato alla corte come si svolgevano i tanto chiacchierati “massaggi” che le ragazze avrebbero dovuto fare a Jeffrey Epstein. "Quello che accadeva in quelle stanze non erano massaggi, ma abusi sessuali”. Ghislaine Maxwell è stata accusata dalle vittime di Jeffrey Epstein, tra cui Virginia Giuffre, di adescarle con la scusa di un lavoro da massaggiatrici. L’accusa ha definito il sistema che Epstein e la Maxwell hanno portato avanti dai primi anni '90 fino al 2004, “uno schema piramidale di abusi”, presentando alla corte il caso di Jane, la prima delle quattro vittime che testimonieranno al processo contro Ghislaine Maxwell, che all’epoca delle violenze subite aveva 14 anni.

"Vi voglio parlare di una giovane di nome Jane”, ha affermato l’accusa, raccontando che la ragazza fu presentata al finanziere e alla sua complice ad un campo estivo, di cui Epstein era donatore. "Ciò che Jane non sapeva è che l’uomo e la donna erano predatori sessuali”, ha proseguito il sostituto procuratore, sottolineando che fu l’imputata, ovvero Ghislaine Maxwell, ad adescare Jane. La ricostruzione dei fatti della Pomerantz evidenzia quindi l’attività predatoria della coppia Epstein/Maxwell, i quali agivano secondo uno schema ben preciso, con il fine di attirare le giovanissime vittime all’interno di una rete fatta di abusi.

Dal 2000 lo schema sarebbe cambiato, ha raccontato la Pomerantz, e alle ragazze venivano offerti soldi in cambio delle prestazioni sessuali. In risposta alla ricostruzione dell’accusa, l’avvocato difensore della Maxwell, Bobbi Sternheim ha voluto precisare di essere orgogliosa di difendere la Maxwell. La linea difensiva che la Sternheim ha messo in campo nel primo giorno di processo si basa sul far passare Ghislaine Maxwell da carnefice a vittima. Il legale ha infatti affermato che la sua assistita sarebbe il capro espiatorio di Epstein, e che le vittime che hanno accusato Ghislaine Maxwell lo avrebbero fatto per soldi.

Ghislaine Maxwell, compagna e complice dei crimini di Jeffrey Epstein, potrebbe tirare in ballo diverse importanti personalità durante questo processo, come il suo intimo amico Andrea d’Inghilterra, accusato da Virginia Giuffre di aver abusato di lei a 17 anni, e offuscare per sempre la sua immagine già sbiadita.

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