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Putin chiama Erdogan: ecco come può riaprirsi la partita del grano

Putin chiama Erdogan e annuncia: la Russia è "pronta a fornire gratuitamente quantità significative di grano e fertilizzanti all'Africa". Così si riapre la partita del grano

Putin chiama Erdogan: ecco come può riaprirsi la partita del grano

Ancora una volta la Turchia si presenta come mediatore fra la Russia di Vladimir Putin, l'occidente e l'Ucraina. Sullo sfondo l'accordo sul grano, sospeso su volontà di Mosca a seguito dell'attacco alla base di Sebastopoli. Al telefono con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, Putin ha annunciato che la Russia potrebbe prendere in considerazione la possibilità di riprendere l'accordo che consente le esportazioni di grano dai porti ucraini dopo il completamento di un'indagine che faccia luce sugli attacchi dei droni al porto navale di Sebastopoli, in Crimea. Kiev non ha rivendicato la responsabilità del gesto e nega di aver utilizzato il corridoio di sicurezza del programma del grano per scopi militari.

In un comunicato, il Cremlino ha affermato che una ripresa potrebbe essere presa in considerazione solo dopo "un'indagine dettagliata sulle circostanze di questo incidente, e dopo aver ricevuto da Kiev reali garanzie di rigorosa osservanza degli accordi di Istanbul, in particolare sul non utilizzo di il corridoio umanitario per scopi militari”. La Russia, ha inoltre sottolineato il presidente russo, è "pronta a fornire gratuitamente quantità significative di grano e fertilizzanti all'Africa".

L'accordo sospeso da Mosca

Sabato scorso, il ministero degli Esteri russo ha annunciato che l'accordo sul grano è stato sospeso a tempo indeterminato. Il Cremlino ha spiegato che il 29 ottobre le truppe ucraine, sotto la copertura di un corridoio umanitario creato per l'esportazione di grano, hanno lanciato massicci attacchi alle navi e alle infrastrutture della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Il pacchetto dell'accordo si compone di due documenti che i rappresentanti di Russia, Ucraina, Turchia e Onu hanno firmato il 22 luglio a Istanbul. Il primo memorandum riguarda l'impegno delle Nazioni Unite a rimuovere le restrizioni all'esportazione di fertilizzanti e prodotti agricoli russi sui mercati mondiali; il secondo definisce l'esportazione di grano ucraino dai porti del Mar Nero. Con la sospensione dell'accordo, decisa dalla Russia dopo l'attacco alla base di Sebastopoli, si interrompe dunque il flusso di navi cariche di grano che proviene dall'Ucraina e che riforniscono i mercati mondiali, Africa in testa. "Il Segretariato delle Nazioni Unite presso il Centro di coordinamento congiunto riferisce che le delegazioni di Ucraina, Turchia e Nazioni Unite hanno concordato di non pianificare alcun movimento di navi nell'ambito della Black Sea Grain Initiative il 2 novembre", riport l'agenzia Rio Novosti.

Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha affermato che Mosca ha usato un falso pretesto per bloccare l'Iniziativa e che l'Ucraina ha avvertito la comunità internazionale dei piani della Russia in tal senso. L'accordo sul grano, in vigore dal 1° agosto, ha consentito di esportare dall'Ucraina 9,3 milioni di tonnellate di prodotti agricoli, gran parte dei quali è stata cruciale per la sicurezza alimentare di parti dell'Africa, del Medio Oriente e dell'Asia.

Cosa ha detto il presidente russo ad Erdogan

Secondo reso noto dal Cremlino attraverso l'agenzia Tass, il presidente russo Vladimir Putin, parlando oggi con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, ha lamentato che l'obiettivo di privilegiare le esportazioni di cibo verso i Paesi più bisognosi non è stato raggiunto dall'accordo sul grano.

Dal canto suo, il presidente turco avrebbe riferito all'omologo russo di essere "sicuro che sarà stabilita una cooperazione orientata alla soluzione su questo problema". L'accordo sul grano è il fiore all'occhiello della diplomazia di Erdogan: riuscirà il presidente turco a convincere Putin a tornare sui suoi passi?

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