Odiava i suoi figli, odiava il modo in cui i neonati muovono i loro piccoli arti (“come le rane!”), s’impose – riuscendoci – di non allattarli mai al seno. No, non è l’ennesima madre snaturata finita in carcere perché, magari, ha abbandonato i figli al loro destino. La “pessima madre” è la regina Vittoria, la monarca, forse, più iconica della storia recente della Gran Bretagna. Dai suoi diari, l’autrice tv Daisy Goodwin (che ha scritto la serie sulla vita della monarca inglese) ha ricavato degli elementi agghiaccianti sul rapporto tra sua maestà britannica e la maternità.
“Fare figli è il lato oscuro del matrimonio” scriveva la regina. Che odiava, disgustata, persino allattare i suoi stessi figli. “È una cosa che fanno le mucche e io non sono una mucca”.
Eppure di figli, la regina Vittoria ne ebbe nove, Vittoria (che poi sarà imperatrice di Prussia), Edoardo (che divenne re come Edoardo VII) e i principi Alice, Alfredo, Elena, Luisa, Arturo, Leopoldo e Beatrice.
Le gravidanze della regina, in almeno due casi, si intrecciarono a eventi che finirono per segnarla nel profondo. Quando era incinta della primogenita Vittoria, subì il primo dei tre attentati contro la sua persona. Il 10 giugno del 1840, il 18enne Edward Oxford – poi dichiarato pazzo – le sparò contro mentre era in carrozza a Londra con l’amato consorte, il principe Alberto. I proiettili, due, non colpirono né lei né il marito. Ma l’impressione fu enorme.
Quando poi partorì Leopoldo, nel 1853, la regina Vittoria finì al centro delle polemiche con la Chiesa Anglicana. Perché il medico che l’aveva in cura, John Snow, la sottopose alla tecnica (allora avveniristica) dell’anestesia con il cloroformio. Per il clero fu uno scandalo, l’arcivescovo di Canterbury invocò lo spauracchio della “maledizione di Eva”: era scritto nella Bibbia che la donna avrebbe dovuto partorire con dolore, sottrarvisi ricorrendo alle astuzie della medicina sembrava loro una bestemmia contro Dio.
Al di là di tutto, ciò che appare chiaro è che la regina Vittoria aveva un rapporto tormentato con i bambini e con il mondo dell'infanzia, in generale.
Secondo la Goodwin, le cui dichiarazioni sono rilanciate dal Mail: “Li preferiva un po’ più grandicelli, quando potevano parlare con lei e dimostrarle di essere bravi e responsabili ma, comunque, non le piacevano i bambini e né le cose migliorarono durante l'adolescenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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