Bocciato il piano di Trump per salvare carbone e nucleare

Commissione rifiuta proposta del governo. Bloomberg: "Vittoria dei consumatori"

Bocciato il piano di Trump per salvare carbone e nucleare

Con cinque voti su cinque, compresi quelli dei tre dei commissari piazzati da Trump alla Ferc, la Commissione federale per la regolamentazione dell'energia, ha bocciato il piano della Casa Bianca che mirava all'inversione di marcia sulle politiche messe in campo dall'amministrazione Obama, per favorire i settori del carbone e del nucleare.

Il piano di sussidi, che avrebbe favorito gli impianti in grado di tenere scorte di carburante per 90 giorni, con la motivazione che avrebbe aumentato la possibilità della griglia energetica di resistere a eventi estremi, ma escludeva di fatto le fonti rinnovabili, non è passato all'esame della commissione, che ha detto "no" alla proposta del ministro Rick Perry, leggendovi un modo per salvare le industrie di carbone e nucleare, in crisi, a detrimento di altri produttori.

Negli ultimi anni le quote di mercate che dipendenono da queste fonti sono diminuite notevolmente, a favore di un maggior impego di gas naturali, rinnovabili e petrolio. Sono soltanto due i reattori in costruzione al momento e 99 quelli operativi.

Il 52% degli impianti chiusi tra 2010 e 2015 negli Stati Uniti sono a carbone e la decisione della Ferc è stata salutata dagli attivisti per il clima come "un ritorno alla realtà dopo mesi di pressioni degli executive miliardari del carbone e del nucleare", in un Paese che già ha fatto un passo

indietro rispetto agli accordi di Parigi. Giubila intanto l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, inviato dell’Onu per il cambiamento climatico: "È una vittoria per i consumatori, per il libero mercato e per l’aria pulita".

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