Guerra in Ucraina

Soldati ucraini assediati nel Lugansk: infuria la battaglia nel Donbass

I militari di Kiev rischiano di rimanere intrappolati in una sacca tra Severodonetsk e Lysychansk, i russi premono sia da est che da sud

Soldati ucraini assediati nel Lugansk: infuria la battaglia nel Donbass

Mosca adesso preme su Severodoentsk e Lysychansk. Le ultime ore di cronaca della guerra in Ucraina, hanno riportato sempre più incursioni nelle aree della provincia di Lugansk che le truppe russe vorrebbero conquistare definitivamente il prima possibile.

Le forze del Cremlino stanno provando ad avanzare soprattutto attorno la cittadina di Lysychansk. La località è situata su un'altura da cui è possibile avere il controllo del fuoco su tutti i territori circostanti, compresa la stessa Severodonetsk, vero obiettivo dell'esercito russo. L'avanzata sta procedendo su due fronti. Quello principale, riguardante il quadrante occidentale della regione di Lugansk. L'altro invece ha a che fare con l'area di Popasna, situata al confine tra le regioni di Donetsk e Lugansk.

Da qui i russi stanno provando a risalire per chiudere in una morsa tutte le località in mano ucraina a ovest di Lysychansk e del fiume Seversky Donetsk, l'importante corso d'acqua che divide Severodonetsk con Lysychansk. Nella notte fonti dell'esercito ucraino hanno confermato le difficoltà derivanti dal dover contrastare due distinte direttrici di avanzata. Anche perché i russi stanno occupando un vasto territorio che si trova immediatamente a sud di Lysychansk. Si tratta, in particolare, dell'area di Zolote, chiusa da circa 48 ore in una sacca e attaccata in profondità nel corso della notte.

Tuttavia le forze di Kiev non hanno capitolato del tutto. Lo spettro però è quello di vedere centinaia di soldati impossibilitati a ricevere rifornimenti e munizioni, costretti a essere chiusi in una morsa e senza contatti con i restanti reparti dell'esercito ucraino.

Difficile anche la situazione dei civili. Così come comunicato dalle autorità di Severodonetsk, in più di 500 sono rimasti intrappolati all'interno dello stabilimento Azot. Da qui per il momento non si starebbe valutando alcuna possibilità di evacuazione. Troppo rischioso far uscire allo scoperto le persone più vulnerabili nel bel mezzo di una battaglia. Ci sarebbe però in corso una trattativa per la resa dei soldati ancora schierati dentro la struttura. Lo hanno confermato sia fonti ucraine che dei separatisti di Lugansk.

A Lysychansk ieri pomeriggio è stata anche colpita una raffineria, nella notte sono arrivate conferme di importanti danni all'impianto. Uno dei tanti attaccati dai russi nella regione e in tutto il Paese. In diverse province dell'Ucraina, non a caso, si assiste a una grave penuria di carburante e a un'impennata dei prezzi.

Continuano i raid in tutta l'Ucraina, Kharkiv ancora nel mirino

È stata una nuova notte di bombardamenti anche a Kharkiv, città sempre più nel mirino nonostante un parziale ritiro dei russi verso il confine. La seconda città del Paese si presenta oramai seriamente danneggiata. Molti gli edifici, residenziali e non, colpiti negli ultimi giorni. Nelle ore notturne le autorità locali hanno stilato un bilancio di due morti e dieci feriti soltanto per i bombardamenti di giovedì.

Sirene di allarme aereo, sempre nel corso della notte, a Odessa e Mykolaiv. Qui la popolazione oramai convive con l'incubo di un'escalation lungo le coste del Mar Nero, soprattutto dopo l'attacco ucraino nei giorni scorsi contro l'Isola dei Serpenti.

Raid anche su Zaporizhzhia, colpita poco dopo la mezzanotte ucraina.

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