Il vaccino anti-Covid per i bambini di età compresa tra i sei mesi e i 5 anni potrebbe essere disponibile molto prima del previsto, forse entro la fine di febbraio: oggi, infatti, la Pfizer richiederà l'autorizzazione alla Food and Drug Administration (Fda) degli Stati Uniti per l'uso emergenziale del vaccino per l'ultima fascia d'età rimasta. Come riportano fonti del Washington Post, il piano prevederebbe una potenziale autorizzazione per la somministrazione delle due dosi già nelle prossime settimane. Ricordiamo che il vaccino Pfizer è l'unico finora approvato, anche nel nostro Paese, per la fascia d'età pediatrica 5-12 anni. La Fda ha esortato le società (Pfizer e BioNTech) a presentare la domanda in modo che le autorità di regolamentazione possano iniziare a rivedere i dati che, secondo quanto evidenziato nel corso dei trials clinici, mostrano un vaccino sicuro e che produce risposta immunitaria.
Come funziona con la terza dose
Lo scorso anno, però, la Pfizer aveva ottenuto risultati deludenti per il classico ciclo vaccinale con due dosi a causa di una mancata risposta immunitaria sufficientemente forte nella fascia fino a 5 anni. I dati sulla terza dose, comunque, non saranno disponibili almeno fino a fine marzo. Una volta presentate queste ultime informazioni, le autorità di regolamentazione dovrebbero autorizzare anche la terza dose del vaccino pediatrico. "Sappiamo che due dosi non sono sufficienti", ha affermato una fonte al quotidiano americano. Un funzionario dell'amministrazione Biden ha affermato che c'è consenso tra i funzionari sanitari nel "vedere questo passo avanti", riferendosi al piano di Pfizer-BioNTech di presentare la domanda.
I consulenti esterni della Fda dovrebbero incontrarsi a metà febbraio e decidere definitivamente sull'autorizzazione, intanto, per le due dosi. Anche gli esperti esterni del Cdc, i membri del Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione, dovrebbero riunirsi per esaminare la questione. A dicembre, Pfizer e BioNTech hanno annunciato che due dosi del vaccino in bambini di 2, 3 e 4 anni non hanno innescato una risposta immunitaria paragonabile a quella generata negli adolescenti e negli adulti, ma il ciclo vaccinale aveva invece creato una buona risposta immunitaria nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 2 anni. È stato in quel momento che l'azienda produttrice ha aggiunto la possibilità di una terza dose per cercare di migliorare la risposta immunitaria, un duro colpo per molti pediatri e genitori che ora dovrebbero aspettare diversi mesi in più per proteggere i bambini.
Cos'è "l'immunobridging"
Lo studio è stato progettato per misurare le risposte immunitarie nei bambini più piccoli dopo l'immunizzazione, per vedere se le loro risposte immunitarie fossero paragonabili a quelle degli adolescenti e nei giovani adulti.
Questo approccio è chiamato "immunobridging": viene spesso utilizzato per dimostrare che i vaccini funzionano e sono sicuri in altri gruppi di età e in genere richiedono molto meno tempo rispetto alle prove di efficacia dove vengono arruolati più soggetti che aspettano di vedere se le persone vaccinate hanno meno probabilità di ammalarsi rispetto alle persone che ricevere un placebo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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