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"Abbiamo modificato la rotta". E l’Ong ammette di aver trasgredito il decreto

Tra l'assegnazione del porto di La Spezia alla Geo Barents e la definitiva partenza in quella direzione la nave ha effettuato due interventi fuori rotta

"Abbiamo modificato la rotta". E l’Ong ammette di aver trasgredito il decreto

La nave Geo Barents dovrebbe arrivare a La Spezia domani, sabato 28 gennaio, nel primo pomeriggio. A bordo ci sono 237 migranti che sono frutto di tre interventi condotti dalla nave, due dei quali sono stati effettuati dopo l'assegnazione del porto di La Spezia. Su questi due interventi dovranno concentrarsi le indagini una volta che la nave avrà raggiunto il porto ligure. Fonti del Viminale, infatti, fanno sapere che, una volta giunta in porto, si valuterà se la nave di Medici senza frontiere ha rispettato o meno le prescrizioni del decreto legge che impongono di raggiungere "senza ritardo" il porto indicato. Sarà un compito del prefetto e delle autorità di polizia effettuare questa verifica e valutare se ricorrono gli estremi per la sanzione prevista.

Il decreto Piantedosi

Nel decreto in Gazzetta ufficiale dallo scorso 2 gennaio, al punto d) si legge: "Il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità è raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso". Questa è una delle condizioni poste dall'Italia alle Ong ed è evidente che nel caso della Geo Barents ci sia stata una inadempienza in tal senso, se si considera il comma in modo letterale. Ma, in queste ore, la stessa Medici senza frontiere ha di fatto ammesso di aver ritardato la partenza verso il porto indicato, con una serie di tweet in cui l'organizzazione tenta in qualche modo di difendersi, nonostante non ci sia ancora nessun accusa nei suoi confronti. "Excusatio non petita, accusatio manifesta", dicevano i latini, che tradotto in italiano sarebbe: "Scusa non richiesta, accusa manifesta".

Il primo intervento

La nave, infatti, ha condiviso l'intera cronistoria degli interventi effettuati da martedì 24 a mercoledì 25. Da qui si evince che la prima operazione ha inizio alle 14.08 del 24 gennaio, dopo la segnalazione dell'aereo da ricognizione Sea Bird 2. L'Italia assegna il porto di La Spezia alla nave meno di tre ore dopo l'inizio delle operazioni, alle 16.58 del 24 gennaio. A quel punto la nave dovrebbe "senza ritardo" iniziare la risalita per dirigersi verso il porto indicato. Tuttavia, come si legge negli stessi tweet della Ong, alle 03.40, "mentre si dirige verso nord, la Geo Barents e le autorità competenti ricevono una segnalazione da Alarm Phone di un'imbarcazione in difficoltà".

Gli interventi successivi all'assegnazione

A quel punto, meno di 15 minuti dopo, "la Geo Barents modifica la rotta verso sud". La nave è ben lontana dalla rotta che dovrebbe seguire per arrivare a La Spezia, tanto che mentre viaggia incontra un altro barchino, sul quale effettua un intervento alle 06.51 del 25 gennaio, quasi tre ore dopo la deviazione di rotta. Quindi, riprende la navigazione verso sud per arrivare all'imbarcazione segnalata da Alarm Phone, che viene raggiunta alle 11.51. Anche considerando il tempo utilizzato per effettuare il secondo intervento, la nave ha impiegato ben 8 ore per raggiungere il barchino.

Inoltre, pare che la nave, dopo aver effettuato il terzo salvataggio, non abbia comunque ripreso la rotta verso La Spezia ma abbia ancora atteso, come lascia intuire la stessa Medici senza frontiere, dichiarando di aver ripreso la risalita solo alle 16.56 del 25 gennaio: "Dopo aver effettuato il salvataggio e in assenza di altre situazioni di pericolo nelle vicinanze della nave, la Geo Barents riprende la rotta verso nord, come indicato dalle autorità italiane".

Esattamente 24 ore dopo l'assegnazione del porto, 24 ore in più che i migranti portati a bordo il 24 gennaio hanno dovuto trascorrere in mare.

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