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"È una forma dissociativa": l'analisi dello psicologo sui bimbi dimenticati in auto

La bambina lasciata in auto a Roma è l'ennesimo caso di una forma dissociativa di uno dei genitori. A spiegarlo lo psicologo Alberto Siracusano, docente di psichiatria all'università Tor Vergata di Roma, che lancia anche una proposta

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Ogni volta che succede la prima domanda che ci si fa è: "Come è possibile?". Nessuno a mente lucida può credere che un papà o una mamma, possano lasciare il proprio figlio in auto, convinti di averlo già portato al nido o all'asilo, ritrovandolo poi morto. Eppure è così, e quello che successo oggi a Roma in via dei Fucilieri, dove una bambina di un anno è stata lasciata sul seggiolino dal papà e trovata poi morta, è qualcosa di già visto. Tanto che con la legge 1° ottobre 2018, n. 117, in Italia è diventato obbligatorio dotarsi di un dispositivo anti abbandono se si trasportano in auto bambini di età inferiore ai 4 anni.

Ma cosa succede nella testa di un genitore tanto da dimenticare un figlio? A spiegarlo e a fare una proposta è il dottor Alberto Siracusano, docente di psichiatria all'università Tor Vergata: "Con ogni probabilità, quello che è successo è legato ad una forma dissociativa del genitore alla guida dell'auto. Potrebbe essere utile inserire, durante i corsi di formazione pre-parto per i genitori, specifiche informazioni per ricordare che è un'evenienza possibile e che ciascuno deve adottare strategie di prevenzione. Anche il pediatra può essere un punto di riferimento per informare sul tema".

Questa la proposta dello psicologo, per sottolineare anche che casi del genere, possono accadere anche se sembra assolutamente impossibile: "Nel recente passato, abbiamo registrato altri casi. Si tratta di uno sganciamento tra i vari livelli di coscienza che noi abbiamo e che porta a non ricordare una cosa che ciascuno penserebbe di non poter dimenticare mai. La nostra mente, per diverse motivazioni può andare incontro a meccanismi dissociativi".

Questi, detti anche amnesie transitrorie dissociative, avvengono in maniera del tutto imprevedibile e portano ad avere un momento di buio totale nella propria vita, senza che la persona ne abbia la minima consapevolezza. Un black out in cui in questo, ulteriore caso, è entrata anche la bambina. Il perché accadono è ancora un mistero. Non aiuta certo la vita frenetica che si fa ogni giorno, la stanchezza, i disagi o i problemi. Per questo, spiega il professore: "Serve accendere, attraverso la formazione, una spia sui rischi che possono correre i genitori".

Non è l'unico caso

È successo per Gioia di 17 mesi a Vicenza, lasciata dai genitori in auto, ricordandosene solo dopo qualche ora quando la bambina era già morta. Nel 2008 a Merate dove una maestra, convinta di aver lasciato la figlia di due anni dalla baby sitter, solo uscita da scuola si rende conto di averla lasciata in auto. Nel 2011 ben due neonati perdono la vita, Elena di 22 mesi di Teramo e Jacopo di appena 11 di Passignano sul Trasimeno. A Firenze una bimba di 18 mesi dimenticata dalla mamma sicura di averla lasciata all'asilo. E ancora ad Arezzo dove è morta per arresto cardiaco Tamara di 16 mesi lasciata in auto e a Pisa dove muore Giorgia che aveva un anno.

Stava dormendo nel seggiolino posteriore quando il padre è uscito dall'auto per andare a lavorare dimenticandola completamente.

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