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"Quello nel video non sono io. . I coltelli? Per il pane". Chomiak nega

Per Aleksander Mateusz Chomiak il gip ha convalidato l'arresto in carcere mentre il polacco ha negato di essere lui l'autore dell'accoltellamento e di trovarsi a Roma in quei giorni

"Quello nel video non sono io. I coltelli? Per il pane". Chomiak nega l'accoltellamento

Dopo essere rimasto in silenzio per quasi 24 ore, Aleksander Mateusz Chomiak, l'uomo arrestato con l'accusa di aver accoltellato alla schiena e al torace una turista israeliana alla stazione Termini di Roma è stato interrogato nel carcere di San Vittore. È qui che si trova recluso da ieri, quando una coppia di carabinieri fuori servizio lo ha riconosciuto e fermato in collaborazione con la Polfer. Nel pomeriggio di oggi ha incontrato il gip Natalia Imarisio, che ha convalidato il fermo e depositerà l'ordinanza di custodia cautelare.

"Il mio assistito ha risposto alle domande e si dichiara estraneo ai fatti, sostiene di non essere neanche transitato a Roma Termini il 31 dicembre perché non aveva nessuna necessità", ha detto il legale, Francesca Rena, che difende Aleksander Mateusz Chomiak, negando qualunque addebito. Tuttavia, durante la perquisizione sono stati trovati "due coltelli, di cui uno con probabili tracce ematiche" e un taglierino, spiegano i carabinieri, sottolineando che verranno condotte analisi scientifiche. Il senzatetto polacco era ricercato dalla polizia da sabato sera, da quando senza apparenti motivi si è scagliato contro la turista israeliana, accoltellandola. "Sta meglio, è una ragazza forte", ha riferito la madre della vittima, tutt'ora ricoverata all'ospedale Umberto I in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Per lei, l'arresto di Aleksander Mateus Chomiak "è la fine di un incubo". Così ha riferito la donna a un cronista del Tg1.

Intanto proseguono le indagini per capire cosa possa nascondersi dietro il gesto dell'uomo. Non ci sono tatuaggi o altri elementi che facciano pensare ad alcuna militanza o vicinanza a movimenti neonazisti. L'aggressione al momento rimane senza motivo, tanto che finora non è stata contestata alcuna aggravante. Ma non sono presenti nemmeno documentazioni cliniche che attestino squilibri nell'uomo, come ipotizzato in sede investigativa. Il giovane ha riferito anche che era in Italia "da 7-8 mesi", come già evinto dagli investigatori, e che ha vissuto "anche aiutato dalla Caritas tra Roma e Torino".

Quando gli atti passeranno alla Procura di Roma competente per le indagini il 24enne potrebbe essere trasferito, sempre a detta del legale, in un carcere più vicino alla Capitale.

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