Milano insicura, la risposta dello Stato: controlli a tappeto sui migranti nelle zone a rischio

Allarme sicurezza, controlli di polizia a Milano, dove gli agenti di polizia hanno effettuato perquisizioni e verifiche sui migranti a Lampugnano e Bonola

Milano insicura, la risposta dello Stato: controlli a tappeto sui migranti nelle zone a rischio
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Giuseppe Sala, sindaco di Milano, afferma che gli esponenti del governo "non fanno il loro dovere". Questo in riferimento al caso del poliziotto accoltellato, che finalmente sta meglio, e alla sequela di aggressioni che si verificano a Milano ormai da troppi anni. Il capoluogo lombardo è diventato invivibile a causa della delinquenza, generata per lo più dagli irregolari che negli anni la sinistra di Palazzo Marino ha richiamato sul territorio con le sue politiche di accoglienza indiscriminata. Oggi, è arrivata la risposta del pratica del govern sul territorio.

Dall'alba di questa mattina, infatti, numerose squadre di agenti della Questura di Milano e del Reparto Mobile sono state dispiegate per le strade per i controlli sugli immigrati irregolari. I primi controlli sono stati eseguiti presso la stazione di Lampugnano, fermata della metropolitana nell'estremità occidentale della città ma, soprattutto, terminal autobus internazionale. Questa è una delle zone considerate "franche" della città, una sorta di far-west poco fuori rispetto alla tangenziale di Milano dove i clandestini vivono un limbo perenne. Ulteriori controlli sono stati eseguiti dagli agenti in stabili ed esercizi commerciali in zona Bonola, poco distante da Lampugnano, ancora più a ovest. Qui la polizia ha eseguito numerose perquisizioni. Il governo ha dimostrato di fare la sua parte, come già accaduto in passato. Oltre all'identificazione dei presenti, gli agenti hanno accompagnato in Questura 12 persone risultate irregolari sul territorio nazionale. Inoltre, durante i controlli, all'interno di un locale in disuso, sono stati trovati e sequestrati tre coltelli da cucina, un tirapugni e 30 scatole di scarpe contraffatte.

Era il 2017 quando, mentre al ministero degli Interni c'era Marco Minniti, venne predisposto un controllo a tappeto sui migranti della stazione Centrale. Il sindaco di Milano, che era già Sala, in quell'occasione bofonchiò per l'operazione sicurezza, lamentandosi di non essere stato coinvolto se non all'ultimo momento. E lo stesso sindaco, che a poche ore dall'aggressione al poliziotto a Lambrate puntava il dito contro il governo, appena un anno fa, era marzo 2023, negava che c'era un'emergenza sicurezza a Milano, al massimo un "tema sicurezza". E tutt'oggi, davanti alla concretezza di Piantedosi, che alle sue accuse ha risposto spiegando che sono in corso le interlocuzioni per la realizzazione di un secondo Cpr, che permetterebbe di avere più spazio a disposizione per non lasciare in libertà gente come l'accoltellatore dle poliziotto, Sala storce il naso.

Il sindaco vuole i rimpatri per delinquenti, ma non sembra convinto della possibilità che i delinquenti vadano nel Cpr.

O, forse, c'è una pressione interna nella giunta da parte dei suoi assessori, o parte di questi, che come anche pubblicamente affermato sono contrari a Cpr e rimpatri e, quindi, Sala cerca come può di barcamenarsi? Qualunque sia la verità, il governo sta facendo la sua parte, in attesa che anche il sindaco faccia la sua. La polizia locale potrebbe essere dispiegata sul territorio in modo più organico per contrastare il crimine, invece che solo come ausiliaria per la gestione del traffico e per fare multe.

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